Cronache

Siamo nel Paese del Gatto e della Volpe

Siamo nel Paese del Gatto e della Volpe

M a dove siamo, nel Paese dei Balocchi o in quello del reddito di cittadinanza? I confini del primo si confondono con quelli del secondo. Il governo racconta favole che diventano incubi, presto o tardi. Il Gatto Conte finge di essere cieco a causa del troppo studio e presenta un curriculum di alto livello (con qualche ombra). La Volpe Di Maio finge di essere zoppa per impietosire il pubblico. Non c'è dubbio su chi comandi. La Volpe parla. Il Gatto si limita ad annuire vigorosamente. Ieri il Gatto e la Volpe hanno avuto una bellissima idea. Entrambi hanno chiesto le nostre monete per finanziare la loro grande impresa, la «manovra del popolo». Nel senso che sarà il popolo a pagarla cara.

Per noi cittadini, aumento delle tasse. Per le grandi aziende di Stato, uno sforzo superiore al previsto. Per i piccoli risparmiatori, le famiglie, il consiglio di acquistare titoli italiani. Forza gente, dateci una mano, investite zecchini nel Paese dei Barbagianni. Seppellite il denaro nel Campo dei miracoli e il governo vincerà. Come per magia, le promesse elettorali diventeranno realtà. «Batteremo la povertà». «Lo spread si adeguerà». «Gli speculatori se ne faranno una ragione». «Incentiveremo il traffico su gomma al traforo del Brennero». I giornali chiuderanno. La Rai leggerà veline. Ci informeremo sui social media. Saremo tutti felici, soprattutto quelli con il reddito di cittadinanza e un lavoro in nero. I Grilli parlanti, che predicavano prudenza, saranno schiacciati una volta per tutte. Non bisogna però dimenticare che nella fiaba di Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio (1883), il Gatto e la Volpe in realtà sono ladruncoli che vivono di piccoli raggiri. Pinocchio, sprovveduto, per ben due volte si fida della coppia, affidandole i suoi risparmi. Il duo promette che il capitale raddoppierà. Poi che spunterà un albero carico di zecchini. Invece, niente. Oggi il Gatto e la Volpe ci provano con noi. Ci spingono a credere che saremo più ricchi e spensierati, pronti per il Paese dei Balocchi. Ma la favola di Pinocchio ci ha insegnato come andrà a finire. Il Gatto Conte e la Volpe Di Maio si mangeranno i nostri risparmi, sperperandoli in misure assistenziali. Gli zecchini non si moltiplicheranno, spariranno, saranno rubati e spesi in sciocchezze improduttive e clientelari. Le promesse si riveleranno menzogne, slogan per fare impressione, misure temporanee (perché insostenibili) utili per raccogliere consenso in vista delle prossime elezioni europee. Il finale del libro è duro per i due compari. Il Gatto diventa davvero cieco. La Volpe è così povera e malandata da vendersi la coda.

Pinocchio, schifato, mette la testa a posto.

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