Cronache

Sisma, per Mantova Natale senza chiese: via alla raccolta fondi

Colpiti 129 edifici di culto su 302, il 42% del totale in Diocesi per un totale di 80 milioni di danni. A Milano è partita la raccolta fondi

 La facciata della chiesa di Moglia, in provincia di Mantova, danneggiata dal terremoto
La facciata della chiesa di Moglia, in provincia di Mantova, danneggiata dal terremoto

Il terremoto in Emilia ha colpito 129 edifici di culto su 302, il 42% del totale in Diocesi per un totale di 80 milioni di danni. Ad oggi le chiese inagibili nella Diocesi di Mantova sono 83. Il 25 dicembre è alle porte ma a Natale c’è chi non avrà la sua chiesa per celebrarlo.

"Quando pensi alla tua casa che non è più agibile e ti accorgi che la vita del tuo paese sta morendo, è lì che alzi lo sguardo e cerchi il luogo dove ci si è sempre radunati insieme in pace, nella festa o nel dolore: la Chiesa. Che è una casa in mezzo alle nostre case, la casa di tutti, che ogni generazione ha voluto orgogliosamente abbellire ancor più delle altre, proprio perché ci si possa ritrovare nei momenti comuni più importanti". A sei mesi dallo stesso sisma che ha colpito anche l’Emilia, Monsignor Roberto Busti, Vescovo di Mantova, richiama l’attenzione sulle chiese della diocesi distrutte dal terremoto. "Ho visto le lacrime degli anziani e lo smarrimento dei giovani, le chiese rappresentano l’orizzonte a cui guardare: la loro mancanza è una questione che tocca l’animo di tutti, non solo dei credenti".

"I danni sono troppi, Mantova da sola non ce la può fare, ma nemmeno l’Italia: dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo, da soli non possiamo farcela - dice Philippe Daverio, storico dell’arte – senza soldi non si fa nulla, il rischio è di dimenticare il dramma e lasciare andare in malora il patrimonio artistico culturale. Serve un movimento internazionale, una campagna Save Italy che ricordi che il nostro Paese è la culla di metà delle civiltà occidentali. Bisogna fotografare, documentare, i danni di Mantova sono un problema di tutti, da bambino ho spalato il fango di Firenze, l’estate prossima voglio vedere giovani che vengono dall’Oregon a dare una mano". Un problema internazionale che però geograficamente viene collocato nella sola Emilia, mentre il sisma ha messo alla prova anche l’Oltrepo mantovano. "Un territorio limitato che pure ha subito danni ingenti - dice Carlo Maccari, sub commissario al terremoto per la Regione Lombardia – basti pensare che il mantovano ha avuto 3.300 sfollati, pari al 10 per cento del totale, e dei 51 Comuni colpiti dal sisma ben 14 sono mantovani".

Giovanni Rodelli, economo Diocesi Mantova, presenta i dati dell’emergenza: delle 83 chiese inagibili, 50 sono in codice giallo o rosso, che significa necessitano di interventi costosi, che vanno da 500mila euro fino a 5 milioni di euro. Per procedere con la sistemazione degli edifici di culto della Diocesi mantovana, si stima una spesa complessiva di 80 milioni di euro: una spesa a cui la chiesa locale non può far fronte e che condannerebbe gli edifici a rimanere chiusi per decine di anni. Così la Diocesi di Milano con il sostegno delle diocesi di Lombardia, il finanziamento di Caritas Ambrosiana e Associazione cattolica esercenti cinema Acec, e in collaborazione con Trenord, sostiene la raccolta fondi. Le nostre chiese, la storia di tutti. L’obiettivo è contribuire al recupero dei luoghi di culto che, oltre ad essere punto di riferimento per festa e preghiera, sono patrimonio culturale e artistico del paese. L’intento è cercare di coinvolgere i cittadini (cattolici e non).

Un aiuto arriverà anche dalle diocesi di Haiti che, pur duramente provate dal terremoto del 2008, hanno intenzione di tendere la mano alla situazione di bisogno.

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