Cronache

Sorrento, il sindaco dice no a matrimonio gay nel chiostro di San Francesco

Il sindaco di Sorrento ha negato la possibilità a una coppia omosessuale, che ha reso nota la vicenda, di sposarsi nel chiostro di San Francesco

Sorrento, il sindaco dice no a matrimonio gay nel chiostro di San Francesco

Il comune di Sorrento ha negato a una coppia di omosessuali di sposarsi nel chiostro di San Francesco, perché, seppur di proprietà del Comune, il luogo è attiguo alla chiesa.

Vincenzo D'Andrea, di origini napoletane, ma residente a Roma da anni, aveva deciso di tornare in Campania per celebrare il suo matrimonio con il compagno Heriberto Vasquez Ciro, detto Beto. All'Hffington Post ha raccontato la sofferenza e l'amarezza, per"la discriminazione che ho subìto". A due anni dalla legge Cirinnà, che riconosce le unioni civili, cioè la possibilità di celebrare il matrimonio tra due persone dello stesso sesso, gli omosessuali trovano ancora difficoltà e ostacoli.

Vincenzo e Beto sognavano di sposarsi all'interno del chiostro di San Francesco, uno dei monumenti più antichi di Sorrento. Prima di fare richiesta al Comune per l'utilizzo del luogo, i ragazzi si erano informati, scoprendo che il sindaco era solito celebrare lì unioni non religiose. Invece, due giorni dopo è arrivata una mail di risposta che negava ai futuri sposi la possibilità di celebrare il matrimonio del loro luogo dei sogni. Il sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, ha spiegato che il no deriva dal fatto che "anche se il chiostro di San Francesco è di proprietà del comune, è attiguo al monastero francescano e non mi è sembrato opportuno celebrare questo tipo di unione".

Ma a Vincenzo D'Andrea c'è qualcosa che non torna, perché "se al chiostro di San Francesco si possono sposare con rito civile gli eterosessuali, non vedo il motivo per cui non possano farlo gli omosessuali. Il rito civile è uno solo". Ma allora, se l'unica differenza tra i due riti è che a sposarsi sono persone dello stesso sesso, quella subita dai ragazzi "è una discriminazione". Molti si sono schierati dalla parte di Vincenzo e Beto, che hanno deciso di denunciare l'accaduto all'Arcigay di Napoli, nella speranza che nessun'altro in futuro debba trovarsi nella loro situazione.

Il sindaco ha ribattuto che, dall'approvazione della legge Cirinnà, ha stretto coi monaci, che in alcuni casi devono passare dal chiosto per accedere al monastero, un accordo verbale: "Matrimoni civili sì, unioni civili no". Cuomo non teme il rischio di sanzioni, perché non ritiene di discriminare gli omosessuali, in quanto offre altri luoghi per poter celebrare il matrimonio.

Andrea e Beto hanno dovuto rinunciare al loro luogo da sogno, ma celebreranno il matrimonio il 25 luglio a Piano di Sorrento, che ha accolto i ragazzi con entusiasmo.

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