Cronache

Spunta un documento riservato: "Possibili nuove rivolte in carcere"

Il ministero dà per concluse le proteste. Ma molte carceri sono distrutte. Rischio evasioni. E il Dap avverte: "Possibile ripresa agitazioni"

Spunta un documento riservato: "Possibili nuove rivolte in carcere"

Non è finita qui, probabilmente. La situazione nelle carceri italiane è esplosiva e l’innesco rischia di scattare di nuovo. Lo sanno gli agenti di polizia penitenziaria, che si trovano in difficoltà a dover gestire strutture già sovraffollate e ora in parte inagibili. E lo sa anche il ministero, che con una nota riservata a provveditori, direttori delle carceri e comandanti mette in guardia dal rischio di nuove rivolte.

Il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), Francesco Basentini, lo scrive nero su bianco: "Allo stato - si legge - non è in alcun modo possibile escludere una ripresa della agitazioni". Per questo invita tutti "alla massima attenzione finalizzata a cogliere ogni possibile segnale in tal senso" per "impedire ogni ulteriore comportamento volto a incentivare a nuove sollevazioni". Il rischio, infatti, è che ulteriori episodi di violenza possano "compromettere" definitivamente le strutture carcerarie.

Per quanto ieri il Ministero guidato da Alfonso Bonafede si sia affrettato a dire che lungo tutto lo stivale le proteste sono terminate martedì sera, l'atmosfera che si respira all'intero è tutt'altro che rilassata. La nota riservata ne è la dimostrazione. Fonti del Giornale.it parlano di "situazione disastrosa" soprattutto in Emilia Romagna, teatro delle rivolte di Modena (9 morti) e di Bologna (guarda il video), dove le strutture sono state in parte distrutte. A Modena alcuni detenuti sono stati trasferiti in altre carceri, ma 233 reclusi restano ancora ammassati in un padiglione. A Bologna il settore dove ne sono ospitati circa 600 "è devastato" e i carcerati sono tutti chiusi nelle loro stanze. Con le rivolte sono infatti saltati i sistemi di sicurezza e per ora "nessuno si preoccupa" di metterli a posto. Anzi: "Dai vertici continuano a chiedere le relazioni su come sono avvenuti i fatti, quando sarebbe necessario prima ripristinare la sicurezza dell'istituto". Il caos totale.

La situazione bolognese è potenzialmente esplosiva. Una fonte del Giornale.it riporta che i vigili del fuoco avrebbero realizzato un sopralluogo e scoperto che i fumi fuoriusciti durante gli incendi sarebbero tossici, mettendo dunque in pericolo personale e reclusi. Mentre si attendono conferme sulla salubrità ambientale, di certo c'è che le telecamere sono inattive e tutti i cancelli che isolano uno dei padiglioni sono rotti. Se i detenuti fossero fatti uscire dalle celle come prevedono le disposizioni sulla libertà di movimento, "potrebbero arrivare fino all’ingresso" e da qui fuggire. Un po' come successo a Foggia, dove ancora si cercano 6 latitanti tra cui un assassino (leggi qui), e dove si contano danni per un milione di euro. "Il ministro dovrebbe dare direttive se chiudere o meno i detenuti - lamenta Giovanni Battista Durante, segretario generale del Sappe - o almeno una restrizione per farli uscire pochi alla volta, vista l'emergenza del momento". Ma la nota del Dap, a parte mettere in guardia i poliziotti, non contiene indicazioni precise. E intanto all'esterno (guarda le foto) gli antagonisti soffiano sul fuoco, vergando sui muri solidarietà ai detenuti. Il provveditorato bolognese è stato preso d’assalto e ovunque è un fiorire di "fuoco alle galere", "morte alle guardie" e "sbirro ricordati che devi morire".

C'è poi il pericolo Covid-19. Per ora il primo contagio è stato registrato solo a Modena, ma se l’epidemia dovesse allargarsi sarebbero guai. Stanno arrivando 100mila mascherine, ma le strutture (già sovraffollate) a causa delle rivolte hanno perso un grande numero di posti detentivi. Se il coronavirus costringesse a chiudere altri reparti, presto non ci saranno più letti per tutti. Non è un caso se, oltre al centrodestra, molti sindacati in queste ore stanno chiedendo le dimissioni di Basentini e l'avvicendamento di Bonafede.

"Chiediamo direttive chiare su come fronteggiare l’emergenza nazionale - conclude Durante - soprattutto perché al ministero sono consapevoli che potrebbero esserci altre proteste".

Commenti