Cronache

Stamina, chiuse le indagini. Venti indagati, c'è Vannoni

Venti indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica

Stamina, chiuse le indagini. Venti indagati, c'è Vannoni

La Procura di Torino ha chiuso le indagini su Stamina. Venti gli indagati, tra cui lo stesso Davide Vannoni, "padre" del metodo rivolto alla cura delle malattie neurodegenerative. La rituale notifica di chiusura delle indagini prelude, di solito, alle richieste di rinvio a giudizio.

Tra gli indagati, che ora hanno venti giorni di tempo per venire interrogati o per produrre memorie difensive, ci sarebbe gran parte dello staff di Vannoni. Per diciotto di loro sono stati ipotizzati i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa ed esercizio abusivo della professione medica. L'indagine era già stata formalmente chiusa nel 2012, ma il pm Raffaele Guariniello aveva deciso di proseguire negli accertamenti. Da ambienti giudiziari si apprende inoltre che alcune posizioni sarebbero state stralciate dall'inchiesta della procura torinese.

Tra gli indagati figurano diversi neurologi e biologi, oltre a Ermanna Derelli, direttore sanitario degli Spedali Civili di Brescia, che è stata accusata di aver promosso e organizzato "grazie ai propri poteri di gestione" l'attività di Stamina Foundation all'interno dell'ospedale. Secondo l'accusa i venti indagati "in un vasto arco di tempo pluriennale protrattosi dal novembre 2006 e ancora oggi pienamente in corso, a mezzo di idonee strutture radicate, e sulla base di mirati programmi attivati sin dall'inizio a Torino, si associavano stabilmente tra loro allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti".

Nell'avviso di chiusura indagini si legge inoltre che l'applicazione del metodo Stamina non solo non avrebbe provocato miglioramenti allo stato di salute dei pazienti, ma al contrario avrebbe causato "eventi avversi in numero significativo". Davide Vannoni e le altre persone indagate, inoltre, avrebbero operato sui pazienti "senza eseguire o far eseguire i test necessari prima dell'impiego del prodotto sull'uomo, così indebitamente trasformato in cavia".

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ospite questa mattina a "Coffee Break" su La7, ha così commentato la notizia della chiusura delle indagini: "Non sono stupita. Ora vedremo l'esito del processo. Questa è una vicenda che ha tenuto l'Italia con il fiato sospeso e me con molte preoccupazioni e ansie. L'importante è che da questa vicenda esca chiarezza, perché le vittime sono le migliaia di persone che hanno creduto di poter aver una cura miracolosa".

Il ministro ha poi precisato che la commissione sul metodo Stamina continuerà il proprio lavoro.

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