Cronache

Strage alleata di Cassino: il Papa benedice la statua sopravvissuta

Oggi il Papa ha riportato alla luce uno dei bombardamenti anglo-americani più controversi della seconda guerra mondiale benedicendo la statua di Sant’Antonio “sopravvissuta” agli orrori di Cassino

Strage alleata di Cassino: il Papa benedice la statua sopravvissuta

Il 10 settembre 1943, alle ore dieci del mattino, l’aviazione anglo-americana lanciò un bombardamento improvviso sulla città di Cassino: 105 persone vennero uccise. Quell’episodio segnò l’inizio di una “escalation alleata” che – all’indomani dell’armistizio – si abbattè sulla popolazione civile del Basso Lazio.

Oggi – come riporta l’agenzia Zenit – il Santo Padre, nel corso dell’Udienza generale in Piazza San Pietro, ha riportato alla luce quei crimini dimenticati. Papa Francesco, davanti ad un gruppo folto e commosso di cassinati, ha infatti benedetto la statua di Sant’Antonio da Padova, proveniente dall’omonima chiesa di Cassino e miracolosamente “sopravvissuta”, assieme alle mura dell’edificio, ad oltre un milione di chili di bombe ad alto potenziale sganciate sulla città “perno” della linea difensiva Gustav.

“L’intera zona venne rasa al suolo”, ha ricordato oggi il parroco di Sant’Antonio, don Benedetto Minchella, così la chiesa è stata subito considerata quasi “come una reliquia”.

Diversa sorte, invece, toccò all’antica Abbazia di Montecassino, eretta nel 529 da San Benedetto sull’altura che già ospitava il tempio di Apollo. Il complesso monastico venne raso al suolo “per errore” dall’aviazione alleata il 15 febbraio del 1944. L’abbazia, infatti, non era occupata dai tedeschi, come credeva il generale americano Mark Wayne Clark, ma, al suo interno, c’erano soltanto monaci e rifugiati. All’operazione di devastazione di quel sito plurimillenario parteciparono più di duecento velivoli.

“Il monastero è distrutto – confidò a Il Messaggero Gregorio Diamare che, allora, era abate vescovo di Montecassino – non resta più nulla, non vi è più nulla. Soltanto cumuli di pietre frantumate. Distrutta e incendiata la chiesa, distrutta la loggia del Bramante, consumati dalle fiamme i tesori che erano rimasti lassù, distrutti i documenti su cui era tracciata la storia plurisecolare dell’Ordine. Una rovina, e non potrò dimenticare mai quanto vidi nell’interno del convento e quanto udii uscire dalle bocche di quei feriti che giacevano sotto le macerie”.

Solo un mese più tardi, infine, venne interamente distrutta anche Cassino, città martire della Ciociaria, già pesantemente danneggiata dalla furia dei raid precedenti.

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