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La strana sintonia tra Grandi scorretti

Sorrisi con dittatori come Xi e Kim e fastidio per Merkel e Macron. Perché il vero nemico di Donald è l'ipocrisia

La strana sintonia tra Grandi scorretti

Trump ama la gente forte che parla chiaro. E detesta gli europei che considera vigliacchetti e subdoli parassiti. Chiama il presidente cinese, successore di Mao Zedong, «il mio amico Xi» e va a Singapore ad abbracciare il buffo «ometto che spara i razzi». Ma guardate le foto: quelle di due giorni fa con la Merkel che lo guarda livida di antipatia e piegata in due - lui seduto come un pascià - con tutti gli altri che fanno corona, depressi e sconcertati. E poi le foto di queste ore: Donald Trump spavaldo, detestato da tutte le sinistre europee che storcono il naso, fanno boccuccia e assumono l'aria schifata. Trump? Quell'americano che pretende di rappresentare solo gli interessi del suo Paese e rifiuta di essere ancora la grande madre che nutre e protegge tutti? Fate caso alla ridicola piccineria di tutti quelli che hanno cercato di oscurare, rendere invisibile o insignificante il fatto che il nordcoreano Kim accetti oggi la pace soltanto perché Trump gli ha fatto vedere sia i muscoli sia le prospettive rosee della pace.

Persino il Papa, che lo insultava quando i due si trovavano a poca centina di metri sulla frontiera col Messico gridando «non sei cristiano» (e l'altro replicava con quell'aria da vecchio pugile consumato) oggi lo stesso Papa si affaccia all'angelus e annuncia al modo che sì, in Corea grazie a quell'uomo che non era abbastanza cristiano, è scoppiata la pace e la prosperità attende popoli che hanno sofferto per mezzo secolo. Come mai? Il fatto è che Trump segue il vecchio detto americano secondo cui «quando il gioco diventa duro, i duri scendono in campo», che fa il paio con il motto del vecchio Teddy Roosevelt il quale raccomandava di parlare piano ma impugnando un nodoso bastone. Quando Hitler e Mussolini sfottevano gli americani dicendo che non erano un popolo ma una popolazione capace di produrre fumetti, film western e cocacola, ma non sarebbero mai stati in grado di combattere su un campo di battaglia, presero la più grande cantonata della loro vita e della storia. Poi, finta la guerra armata, gli americani si accollarono il peso della guerra fredda impedendo all'Europa di essere mangiata in un solo boccone dall'Unione Sovietica con Piani Marshall, sconti, protezione, merci, tonnellate di «americanate».

Infine, l'America ha espresso l'intellettuale di pelle nera Barack Obama cresciuto in un mondo molto europeizzante e decadente e dopo averne bevuto per anni ha votato per John Wayne, quello dell'Uomo tranquillo, che non vuole la rissa, ma che se lo provocano, stende tutti. Ed è venuto così fuori questo Trump, con poteri che Berlusconi non si è mai sognato e che usa con il velluto e con la clava. Come l'ex premier italiano è infatti sempre assediato da una stampa ostile e da una magistratura nemica, ma ha gli strumenti per giocare una partita basata sulla sorpresa, la beffa, persino la contraddizione, con un obbiettivo dichiarato: America First, l'America prima di tutto. Prima di tutto vengono gli interessi dei lavoratori americani sacrificati dall'impero economico di una Germania che dopo avere perso due guerre armate ha vinto la terza economica perché coccolata e protetta.

Persino l'apertura di Trump al professore sconosciutissimo Giuseppe Conte va letta in questo senso: «Bravo ragazzo, puoi fare impazzire la Merkel, vediamoci a cena una di queste sere». Con Macron gioca ormai a braccio di ferro spezzandosi le dita e con la Merkel fa una partita muso contro muso. Ma gli si illuminano gli occhi se parla del «mio amico presidente della Cina Xi», che ha ospitato nelle sue villone di Mar-a-Lago in Florida, offrendogli come fuochi artificiali all'ora dell'aperitivo, una sventagliata di missili lanciati sulle basi aeree siriane. Xi, che è un tipetto del suo stesso livello, ha sorriso e ha dato mano a un'altra tartina al salmone.

Con il buffo ometto che lanciava missili come petardi è pronto ad andare al cinema, ma se si tratta degli europei è pronto a picchiarli sul muso con una guerra commerciale da crisi di nervi per tutti coloro che da decenni erano abituati a considerare l'America una Madonna protettiva e un bancomat di servizi, ma che in fondo disprezziamo, come fecero i dittatori europei.

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