Giro d'Italia

Lo strano Giro d'Italia che partirà da Israele

Il Giro è un'iniziativa molto importante per la capitale e per lo Stato degli ebrei: Israele ne fa un perno del suo sforzo internazionale per festeggiare i 70 anni di età

Lo strano Giro d'Italia che partirà da Israele

Potrebbe essere il 4 o il 5 di maggio del 2018, ancora c'è un po' di nebbia, ma Gerusalemme risplende chiara, brillante, alta all'orizzonte. Sarà da qui, ed è un evento che fa allegria in un mondo orientale grigio e aggrondato, che partirà il prossimo Giro d'Italia: ormai è sicuro. Già a metà agosto il consolato generale d'Italia nella capitale d'Israele aveva fatto sapere di essere in contatto con gli organizzatori, poi piano piano la cosa è cresciuta e così, per la prima volta la competizione tanto cara al cuore degli italiani, giunta alla sua 101esima edizione, parte dalla Città Santa. Niente è ancor sicuro, ma probabilmente la prima tappa percorrerà le strette salite della Città Vecchia, e poi si terranno altre due tappe in Israele per partire alla volta della Sicilia e risalire lo Stivale. Il ritratto che dominerà la gara è nientemeno che quello di un fiorentino d'oro, Gino Bartali, un'icona non soltanto di valore sportivo indomito, ma anche di coraggio fisico e morale legato al salvataggio di tanti ebrei durante le persecuzioni e le deportazioni nazifasciste, quando Bartali non temeva di recapitare documenti falsi, con cui nascondersi e rifugiarsi, a bordo della sua bici. Al Museo della Shoah, Yad va Shem, ha un posto nell'empireo dei Giusti.

Il Giro è un'iniziativa molto importante per la capitale e per lo Stato degli ebrei: Israele ne fa un perno del suo sforzo internazionale per festeggiare i 70 anni di età dello Stato d'Israele e lo interpreta certamente come un segnale di amicizia verso l'unica democrazia del Medio Oriente. Di certo se come sembra si concluderà a Roma, capitale del mondo cristiano, questo accentuerà l'aspetto parallelo, già annunciato, di «Giro della Pace», come sarà probabilmente chiamato.

Ma, non preoccupiamoci, parlando di Gerusalemme non mancheranno le polemiche: nonostante per la prima volta i fedeli delle tre religioni monoteiste abbiano la libertà di frequentare tutti i luoghi della loro fede e averne cura in proprio, liberamente, da quando finalmente nel 1967 attaccata dalla Giordania che ne occupava la metà Gerusalemme fu unificata, non è solo una città contesa, a anche coperta di menzogne e di pretese. È per questo per esempio che l'Unesco dominata dallo schieramento arabo sostenuto dal mondo dei «Paesi non allineati» e dalla ambiguità europea l'ha recentemente dichiarata patrimonio culturale musulmano persino laddove la memoria storica più evidente la dimostra ebraica, come al Muro del Pianto.

Succede ogni giorno: la storia ebraica della città, testimoniata persino dalla vita di Gesù Cristo oltre che da mille testi religiosi e storici, viene discussa e contestata. Il fatto che lo Stato d'Israele accolga un evento italiano così importante e di valore universale è segno tuttavia di un desiderio intenso di un contatto pacifico e sorridente col resto del mondo cui l'Italia risponde: c'è da esserne fieri. Pare che Israele sia disposta a investire nel grande evento 12 milioni di euro, di cui 4 milioni andrebbero direttamente a Rcs Sport per i diritti di hosting. Lo riporta la rivista Cycling week. Un ruolo chiave nell'avviare i lavori l'ha avuto il giovane team manager dell'Israel Cycling Academy, la squadra ciclistica israeliana.

L'evento verrà presentato lunedì dai ciclisti Alberto Contador e Ivan Basso.

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