Cronache

Subisce cento furti, poi spara: "Era in pericolo mia moglie"

A Roma un farmacista ha subito nel tempo oltre cento rapine. L'ultima volta ha deciso di sparare in aria: "Non sono un pistolero. Sono rassegnato"

Subisce cento furti, poi spara: "Era in pericolo mia moglie"

Cento rapine in quaranta anni. Il record nel 2017, con 27 furti e irruzioni nella farmacia. Quella del dottor Maurizio Manara è una storia di ordinaria follia romana, dove gli onesti lavoratori sono costretti a subire rapine a ripetizione e alla fine sono costretti a difendersi da soli. Sparando. Come ha fatto mercoledì sera Manara, 58enne messinese trapiantato nell'Urbe.

All'ultimo assalto alla sua farmacia, intorno alle 19.00, Manara ha deciso di estrarre la sua Smith&Wesson calibro 38 e sparare un colpo. In aria. "Ho il porto d’armi da quando ho diciott’anni - ha detto al Corriere - ma non avevo mai premuto il grilletto (...). L’altra sera eravamo in quattro: io stavo nel mio studio, poi c’erano mia moglie e due dipendenti, ma nessun cliente, altrimenti non avrei mai tirato fuori la pistola. In vita mia l’ho estratta solo altre due volte, ed è bastato per farli scappare".

Il primo è fuggito come una lepre non appena ha estratto l'arma. Loro avevano solo due cacciaviti e molta arroganza. Il bandito che era saltato oltre il bancone, invecem ha affrontato il farmacista, casco in testa e sciarpa a coprire ulteriormente il volto. "Negli anni siamo stati rapinati da criminali armati di pistole, siringhe infette e mannaie - racconta ancora - Una volta uno è arrivato con un fucile a pompa". Di solito alza le mani e lascia fare, ma l'altra sera invece dopo aver visto dale telecamere la scena, ha deciso di intervenire per salvare la moglie. "Il primo appena" ha visto la pistola "è scappato fuori a gambe levate, il secondo invece continuava a fare lo smargiasso. 'Vediamo chi dobbiamo ammazzare stasera', aveva detto poco prima a mia moglie. E nonostante impugnassi la pistola, lui con il cacciavite mi continuava a venire incontro. «Allora? Dov’è la cassaforte? La vuoi aprire?», ripeteva. A quel punto ho sparato un colpo in aria e quello si è smaterializzato in un attimo. Bulli, ecco cosa sono. Solo bulli".

Dopo un pomeriggo a vedere foto segnaletiche e consegnate le immagini delle telecamere di sorveglianza è tornato a casa. Ma l'amarezza rimane: "Sono rassegnato. Non posso passare la mia vita a fare il vigilante, il mio lavoro è un altro. E per questo preferisco alzare le mani piuttosto che sparare.

Ma l’altra sera, con mia moglie in pericolo, non potevo rimanere fermo".

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