Cronache

"Sul caos dei sacchetti bio pesano i ritardi del governo"

Per Legambiente un'azione tempestiva avrebbe permesso d'offrire un'alternativa gratuita

"Sul caos dei sacchetti bio pesano i ritardi del governo"

Ci sono stati "alcuni errori imperdonabili commessi dal governo", che hanno portato all'esplodere della polemica sull'obbligo per i supermercati di fornire ai clienti sacchetti biodegradabili a pagamento per frutta e verduta.

È Legambiente a fare le pulci alle azioni dell'esecutivo, dopo che in mattinata il ministero ha pubblicato alcune linee guida aggiuntive, con le quali spiega che per chi volesse resta la possibilità di portare i propri da casa. A patto che siano monouso e che siano adatti a contenere alimenti, per evitare "eventuali contaminazioni". Una precisazione che lascia tuttavia il dubbio sul modo in cui si potrà stabilire l'adeguatezza - o meno - dei sacchetti dei clienti.

Dietro alla confusione sorta in questi giorni, secondo il direttore generale di Legambiente, Stefano Ciafani, ci sono tempistiche sbagliate fin dall'inizio. "Avrebbero dovuto pensarci a partire da settembre e, a ottobre, dire quali sporte riutilizzabili è possibile usare, a partire dalle retine".

Proprio questa, posto che il governo sia d'accordo, è l'opzione sostenuta da Legambiente, secondo cui in altri Paesi europei è una pratica già diffusa. "A novembre i supermercati si sarebbero potuti organizzare con la sportina riutilizzabile, distribuirla a dicembre nei punti vendita così che, dal 1 gennaio, i cittadini potessero optare per questa soluzione", sottolineano.

Ma così non si è fatto e la grande distribuzione non ha potuto adeguarsi né pensare di fornire un'alternativa gratuita.

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