Cronache

La suora: "Passo mezz’ora al giorno su Facebook"

La suora di clausura Rosa Lupoli, molto attiva sui social, commenta la Costituzione Apostolica "Vultum Dei quaerere" di Papa Francesco pubblicata ieri

La suora: "Passo mezz’ora al giorno su Facebook"

“Dobbiamo portare la forza della parola di Dio dove sono gli uomini. E oggi le loro solitudini si manifestano nell’agorà virtuale”. Così la cinquantenne Madre Rosa Lupoli, suora del convento di clausura delle Cappuccine di Napoli, che nel 2013 è stata tra le prime ad aprire una pagina Facebook commenta la parte della nuova Costituzione apostolica che riguarda l’uso dei social.

Nella Costituzione Apostolica "Vultum Dei quaerere", pubblicata ieri, il Papa esorta le suore di clausura"a un prudente discernimento affinché siano al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessarie, e non occasione di dissipazione o di evasione dalla vita fraterna in comunità, né danno per la vostra vocazione, né ostacolo per la vostra vita interamente dedita alla contemplazione".

Madre Lupoli, a tal proposito, spiega al Corriere della Sera che quello dei social non è il tema centrale del documento e sottolinea come il giorno scelto per la sua divulgazione sia stato il 22 giugno, “dedicato a Santa Maria Maddalena, ricorrenza che lui stesso ha trasformato da memoria a festa liturgica, equiparando questa figura a quella degli apostoli” e ciò significa che “il Papa dà grande importanza all’azione evangelizzatrice delle donne”. Per la suora che polemizzò con Luciana Littizzetto quando lei ironizzò sull’abbraccio troppo «fisico» dato al Papa da alcune sue colleghe di clausura, quello del Papa “è un invito al prudente discernimento affinché quei mezzi siano al servizio della vita contemplativa. Esattamente quello che facciamo noi. Non dice di non usarli. Li ritiene utili, del resto anche Sua Santità ha un profilo Twitter”.

Lei, per esempio, si collega solo una mezz’ora di mattina per pubblicare la meditazione del Vangelo e poi la sera per leggere i messaggi ricevuti. “In chat – spiega - leggo il dolore e il disorientamento di uomini e donne. Ci chiedono di pregare per loro. È la nostra missione. Mi scrivono anche tanti giovani. Alcuni li sostengo quando sono sotto esame. Sapesse quanti ne ho laureati via Facebook!”. E ancora: “Confortare è il nostro mestiere. Lo facciamo alla grata, al telefono, su Facebook e su WhatsApp: una coppia di veneti mi aveva scritto di alcuni problemi familiari. Ho meditato per loro. Un giorno me li vedo dietro la grata: sono venuti a ringraziarci. Quando sei vicino a Dio si crea una forza di attrazione enorme all’esterno. In clausura ci fondiamo con nostro Signore”.

Suor Lupoli è tifosissima del Napoli e usa anche WhatsApp dove ha creato un gruppo con circa 600 persone per il periodo della Quaresima per restare in contatto con chi non ha Facebook.“Credevo che l’esperienza finisse lì. Invece ho avuto tante richieste di continuare, soprattutto dagli atei e dai buddhisti della chat”.

Sulle eventuali limitazione future nell’uso dei social, dice:“È giusto che ci siano regole, anche se, come diceva la mia maestra di noviziato, dopo il grande respiro teologico dei documenti del Papa, arriva l’imbuto delle norme”.

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