Cronache

La Suprema Corte dà ragione al Giornale

La Suprema Corte dà ragione al Giornale. Non è possibile il sequestro preventivo di una pagina internet di un giornale

La Suprema Corte dà ragione al Giornale

La Cassazione dà ragione al Giornale, e la vittoria della nostra battaglia segna un precedente di cui si avvantaggerà l'intera categoria della cronaca on line. Le Sezioni unite hanno stabilito infatti che le norme poste dalla Costituzione a tutela della libertà di stampa si applicano anche alle versioni digitali dei giornali: un principio che potrebbe sembrare ovvio, visto che le edizioni on line non sono altro che la nuova incarnazione dei quotidiani, e che la Costituzione parla solo di per il semplice motivo che venne scritta quando Internet non esisteva. Eppure in tutta Italia le sentenze di tribunali e delle corti d'appello avevano finora escluso che le sue garanzie si potessero applicare anche alle pagine web: e questa linea restrittiva era stata fatta propria anche da alcune sentenze della stessa Cassazione. Così la pratica è finita sul tavolo delle Sezioni unite, e d'ora in avanti tutti i giudici italiani dovranno adeguarsi al principio che è stato sancito: non è possibile il sequestro preventivo di una pagina internet di un giornale. Diversa la situazione per i siti internet che non sono l'emanazione di una testa giornalistica registrata e per i blog. Qui, nell'anarchia della Rete, la Corte ha ritenuto che il sequestro di pagine e contenuti sia legittimo.

Ma per i giornali on line il divieto di sequestro diventa assoluto. Particolarmente significativo è che la vittoria del Giornale - difeso dal compianto avvocato Enzo Lo Giudice e dalla sua collega Valentina Ramella - sia arrivata in un processo in cui la controparte era un magistrato della stessa Cassazione. Antonio Bevere, il magistrato che aveva condannato a un anno di carcere il direttore del Giornale Alessandro Sallusti, aveva poi querelato Sallusti e un cronista per un articolo da cui si era sentito diffamato. Il processo nato dalla querela è ancora in fase di indagini preliminari, ma nel frattempo Bevere aveva chiesto e ottenuto che venisse oscurata la pagina del Giornale.it che riportava per intero l'articolo che non gli era piaciuto. Contro il sequestro della pagina, disposto dal tribunale di Monza e confermato dal tribunale del riesame, i difensori avevano presentato ricorso in Cassazione. Il ricorso era stato assegnato alla prima sezione, che aveva ritenuto fondate le argomentazioni dei legali, ma aveva ritenuto opportuno - di fronte alla rilevanza del problema e alle tante sentenze di segno contrario - trasmettere tutto alle Sezioni unite.

E qui, dopo una lunga camera di consiglio, la vittoria del Giornale.

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