Cronache

Il sussidiario fuori dal tempo

Il sussidiario fuori dal tempo

E non dite che è femminismo. È peggio. Trovare sul sussidiario usato dai bambini di seconda elementare che «il papà lavora» mentre la «mamma stira» e che «il papà legge» e «la mamma cucina» per insegnare i verbi agli adulti di domani non è questione di diritti e di equa ripartizione dei compiti. È arretratezza, è un modo di insegnare che la dice lunga sui libri di testo scelti dalle scuole. Stereotipi talmente inadeguati da sapere di vecchio. Lo dice la realtà che viviamo ogni giorno, nelle famiglie italiane, perché il modello degli anni '60 degli spot per detersivi con la casalinga vestita a modino con un sorriso da sfoderare anche quando passa lo straccio per terra si è dissolto da solo perché è stato superato dai fatti. Non funziona più semplicemente perché non è più così. Ancora prima delle battaglie per le pari opportunità, prima della lotta per gli stipendi uguali tra uomini e donne a parità di mansione. Ma intanto qualcosa si muove: è la società, con i suoi cambiamenti e i suoi risvolti. Oggi le mamme cucinano e stirano - ma lavorano anche -, così come sempre più spesso lo fanno i padri. È così, e tanti saluti a un vecchio schema che sa di stantìo. E che non lo prenda in considerazione un sussidiario che si vanta di «essere multimediale» è un grave controsenso. Che non offende perché non tange più. Quello è un mondo ormai andato, antico.

Con buona pace del sussidiario che sa di vecchio e delle battaglie sotto la bandiera del femminismo ancora da vincere.

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