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La svolta grillina dei cattolici, altro abbaglio cattocomunista

I pauperisti il diavolo li fa e poi li accoppia. Mi ha colpito l'erotico sincronismo

La svolta grillina dei cattolici, altro abbaglio cattocomunista

Non mi ha stupito più di tanto la sbandata dei vescovi per i Cinque Stelle, testimoniata dalle due romantiche interviste uscite ieri: a Beppe Grillo su Avvenire e a Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, sul Corriere della sera. Perché i pauperisti il diavolo li fa e poi li accoppia. Mi ha colpito semmai l'erotico sincronismo delle dichiarazioni, il bacio in bocca così esibito: un poco di ritegno, diamine! Al comico-politico genovese il quotidiano della Cei ha mandato due intervistatori due, con mazzi di rose al posto delle domande e un crescendo di complimenti imbarazzanti. «La prima volta che Grillo racconta Grillo così a un giornale»: anche la terminologia è quella che contraddistingue l'inizio delle relazioni sentimentali.

E di quelle serie, visto che nell'articolo viene annunciato un seguito, una seconda puntata ovvero altro incenso, altri violini. Capisco che al cuore non si comandi eppure avvicinandosi la dichiarazione dei redditi mi sarei aspettato che l'alto clero avesse un minimo non dico di rispetto ma di furba cautela verso gli elettori degli altri partiti e invece niente, hanno proprio perso la testa e il pudore. Troppo focoso è l'abbraccio vescovi-grillini e chi se ne importa se il soft porno elettorale può apparire finanziato dall'otto per mille (che, bisogna ricordarlo, viene amministrato non dalla Chiesa universale ma proprio dalla Cei folgorata sulla via di Sant'Ilario, la frazione di Genova in cui risiede il fondatore del movimento in alto nei sondaggi).

Secondo Grillo i cattolici dovrebbero votarlo innanzitutto in nome dell'antiberlusconismo ma se ne accorge pure lui che questa è una vecchia solfa e allora tira in ballo valori quali la decenza, la lealtà, la gratitudine e l'evangelico perdono, purtroppo tutti calpestati nelle continue risse e defenestrazioni che contrassegnano la vita dei Cinque Stelle. E poi contro il personalismo (ma non sta parlando il capo indiscutibile e supremo di un movimento il cui blog ha il suo nome e il suo cognome?). E a favore della competenza (ma non sta parlando il responsabile dell'elezione di Virginia Raggi?). La convergenza più sostanziale è quella sul reddito di cittadinanza, musica per le orecchie dei vescovi, che definisco pauperisti solo perché cattocomunisti è un aggettivo che disgraziatamente non si usa più.

Il reddito di cittadinanza comporterebbe un ulteriore aumento della già altissima pressione fiscale, portandola a livelli di esproprio della proprietà privata: se questo non è comunismo è qualcosa che gli somiglia moltissimo. E pazienza che il Catechismo della Chiesa cattolica esige «il rispetto della proprietà privata» addirittura rifacendosi al settimo comandamento, quel «non rubare» che dovrebbe essere un monito per lo Stato-idrovora fiscale. Evidentemente alla Conferenza episcopale fanno riferimento ad altri catechismi, di chissà quali religioni, e ad altri decaloghi, dettati da chissà quali divinità. Sulle questioni più squisitamente religiose e morali Grillo scantona abilmente: perché rovinare l'idillio prendendo una posizione netta sull'utero in affitto, sulla pillola abortiva, sui matrimoni omosessuali? Meglio divagare dando agio a Tarquinio (vengo dunque all'intervista parallela uscita sul Corriere) di mostrarsi estasiato per l'uscita di Luigi Di Maio sul lavoro domenicale: «Constato che il Movimento 5 Stelle entra in modo serio nella discussione». È impressionante vedere il trasporto del direttore di Avvenire verso i grillini, molto maggiore di quello dei grillini verso i vescovi: davvero l'amore è cieco e impedisce di capire quando non è adeguatamente corrisposto e l'altro ti sta sfruttando. «Nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità». E anche la parola «sensibilità» fa parte del vocabolario amoroso. Chiaramente la Chiesa italiana da questa cotta senile dei suoi presuli ha tutto da perdere, e Grillo tutto da guadagnare, ma vaglielo a spiegare. I Cinque Stelle seguono la filosofia di Rousseau (non a caso gli hanno intitolato la loro piattaforma internet), il cui concetto di volontà generale porta dritto alla tirannia della maggioranza: e oggi in Italia i cattolici sono in minoranza, come dimostra il flop dello sciopero contro l'apertura pasquale dell'outlet di Serravalle Scrivia.

Ma questo è un ragionamento e gli innamorati non sentono ragioni.

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