Cronache

Tagli alle Regioni: salasso da 270 euro a famiglia

Per i contribuenti sta per arrivare una mazzata da 220 euro in media a testa, che il prossimo anno si potrebbe abbattere su di loro in almeno 8 Regioni (Piemonte, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio, Calabria, Molise) in extra-deficit sanitario

Tagli alle Regioni: salasso da 270 euro a famiglia

Preparatevi ad aprire il portafoglio. Le Regioni rischiano un risveglio amaro dopo la manovra. Per i contribuenti sta per arrivare una mazzata da 220 euro in media a testa, che il prossimo anno si potrebbe abbattere su di loro in almeno 8 Regioni (Piemonte, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio, Calabria, Molise) in extra-deficit sanitario. A questi vanno aggiunti i Ticket sanitari: nel 2015 sono costati mediamente 24 euro a testa (con punte di 30-44 euro in molte Regioni del Centro Nord).

Dal 2017 “occorrerà reperire a regime risorse per più di 1 punto percentuale di Pil. Non si può escludere, tuttavia, la possibilità che la riduzione dell’Ires decisa per il 2017 e quella dell’Irpef annunciata per il 2018 verranno finanziate in quegli anni, almeno in parte, con un aumento dell’Iva”, sostiene l’Upb. Tra 2016 e 2018 i tagli Regioni, Province e Comuni “risultano particolarmente rilevanti”, dice la Corte dei Conti: questo finirà per “gravare prevalentemente sulle amministrazioni locali, con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi”. Per di più, dice Upb, “è evidente che l’eliminazione delle tasse sulla prima casa pone dei problemi perché sottrae una leva manovrabile ai Comuni”. Poi c'è la variabile Irpef. Se tutte le portassero al massimo - ha calcolato la Uil - l’aumento medio sarebbe di 221 euro pro-capite (+47%), dai 367 euro della Puglia, ai 52 del Lazio. Alla lista potrebbero aggiungersi anche le Regioni alle prese con le anticipazioni di liquidità per il pagamento dei fornitori. Totale: 269 euro. Ma non ditelo a Renzi. Sulle slide parla ancora di "taglio delle tasse". L'ultima balla di un premier che svuota le tasche degli italiani col sorriso. Finto. Ma il premier non molla e attacca i governatori: "Quando si dice che ci sono dei tagli" alla Sanità "mi sembra ingiusto e mi arrabbio. Non ci sono tagli, non diciamo bugie. I fondi ci sono e cerchiamo di gestirli.

È questo il messaggio che daremo alle Regioni, non facciamo polemiche o demagogia".

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