Cronache

Telefonia e televisioni a pagamento: stop alla fatturazione ogni 28 giorni

Il Pd propone che le bollette siano "su base mensile o multipli"

Telefonia e televisioni a pagamento: stop alla fatturazione ogni 28 giorni

Le bollette a 28 giorni hanno le ore contate. Tra gli emendamenti al collegato della Legge di Bilancio, infatti, è stata inserita una modifica che obbligherà le compagnie telefoniche e, in genere, tutte le società fornitrici di servizi pubblici, a fatturare a trenta giorni. «I contratti di fornitura dei servizi di pubblica utilità - recita l’emendamento che sarà presentato alla commissione Bilancio dal senatore del Pd Stefano Esposito - prevedono la cadenza di rinnovo delle offerte e della fatturazione dei servizi ad esclusione di quelli promozionali o carattere temporaneo o stagionale, su base mensile o sui multipli». Ovviamente l’annuncio fa felici le associazioni che difendono i diritti dei consumatori mentre trova le compagnie telefoniche piuttosto interdette. La Assotel (associazione che raccoglie gli operatori della telefonia), infatti, da un lato si dimostra disposta al dialogo con Palazzo Chigi ma dall’altra sottolinea che la fatturazione a 28 giorni è legittima. Il dialogo, insomma, è possibile, ribadiscono le compagnie telefoniche. Devono però essere «rispettati i principi della libera concorrenza». La Assotel sottolinea che la «tariffazione è a tutti gli effetti un «elemento dell’offerta commerciale». D’altronde il «modello liberalizzato», sottolineano, che negli ultimi anni ha consentito un forte abbassamento delle tariffe. Dall’altra parte della «barricata» le associazioni che difendono i consumatori vogliono addirittura alzare la posta in gioco. Il Codacons ad esempio chiede non solo che le nuove fatturazioni siano a trenta giorni ma che vengano anche restituiti i soldi della «tredicesima» mensilità che quest’anno i clienti delle compagnie telefoniche hanno pagato: oltre un miliardo di euro. Carlo Renzi del Codacons promette addirittura una class action, dopo aver depositato nelle 104 Procure della Repubblica un esposto in cui si chiede di indagare per «truffa aggravata e appropriazione indebita» proprio in merito alle bollette a 28 giorni. Pratica questa, va ricordato, che l’Agcom aveva già bocciato. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda tranquillizza, però, gli operatori telefonici. Nella manovra «ovviamente ci saranno soltanto misure pro futuro». Nessuna intenzione, insomma, da parte del governo di chiedere rimborsi. Calenda si dimostra poi disponibile al dialogo con i rappresentanti di Assotel. «Però - avverte - non indietreggiamo di un millimetro sulle nostre intenzioni. Governo e Parlamento ritengono del tutto illegittima la fatturazione delle bollette a 28 giorni.

Per noi si tratta comunque di una pratica commerciale scorretta».

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