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"Il telefonino è una droga". Ma va tolto ai ragazzini?

"Il telefonino è una droga". Ma va tolto ai ragazzini?

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"Il telefonino è una droga". Ma va tolto ai ragazzini?

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Sì, d'accordo, il telefonino dà dipendenza, così dice il Papa, e allora? Qualsiasi cosa bella dà dipendenza. Un esempio banale: l'ossigeno che respirate dà dipendenza. Ma a nessuno verrebbe in mente di respirare meno per emanciparsi dalla dipendenza dell'ossigeno e che l'ossigeno, che vi consente la vita, lentamente vi sta uccidendo, non a caso prendete in continuazione antiossidanti. Stessa cosa vale per il cibo: il cibo dà dipendenza, non c'è dubbio, a tal punto che abusandone si diventa obesi. Perché non condannare l'abuso di crostate, torte, meringhe, paste, che portano dritti al diabete? Come l'alcol dà dipendenza. E tuttavia perfino se vi fate una pasta condita con il basilico anche quella dà dipendenza, ed è pure nociva, poiché il basilico contiene il metileugenulo che è un cancerogeno. Quindi abusare del basilico può essere più dannoso del telefonino.

Con il telefonino è ovvio che si può abusare, ma come con qualsiasi cosa.

Eppure alla fine degli anni Novanta si diceva che la scrittura sarebbe finita, che nessuno avrebbe più scritto, poi sono venuti gli sms, i social, WhatsApp, eppure non riusciamo più a vivere senza sempre essere connessi. Pensate adesso come farebbero tutte le mamme senza i buonigiornissimi su WhatsApp. E persino tutti i credenti che usano «Clicktopray», la piattaforma ufficiale della rete mondiale del Papa: centinaia di migliaia di persone nel mondo dipendenti da questa applicazione del Papa, che ricevono costantemente anche notifiche sullo smartphone.

Inoltre grazie al telefonino possiamo fare tantissime cose: possiamo cercare su Internet qualsiasi informazione, possiamo comunicare con qualsiasi persona in tempo reale in qualunque parte del globo, possiamo vedere perfino video di film di cinquant'anni fa, e un ventenne con Youtube può conoscere e apprezzare anche Totò. Non so, forse il Papa si riferiva a Matteo Salvini per la sua dipendenza da Twitter e da Facebook, ma magari mi sbaglio.

Talvolta viene fuori anche la condanna dei videogiochi, come anche ha fatto «Striscia la notizia» riguardo a Fortnite. Ma Fortnite è un videogioco come un altro che non fa male a nessuno, e queste sono criminalizzazioni di fenomeni che non portano da nessuna parte.

A proposito di videogiochi: da diverso tempo ogni tanto salta su qualche psicologo per dire che i videogiochi fanno male, perché inducono alla violenza.

Nonostante gli studi scientifici dicano il contrario, basta un po' di buon senso per capire che un terrorista dell'Isis non gioca alla Playstation.

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