Elezioni Europee 2019

Tempesta senza crisi. Ma dopo le Europee un'altra maggioranza

Ora il governo non rischia. Ma per il viceministro Galli "dopo le Europee ci sarà una nuova maggioranza"

Tempesta senza crisi. Ma dopo le Europee un'altra maggioranza

«Quella frase di Conte, vado a prendere i migranti con l'aereo, è stata una provocazione. L'ennesima. Se la poteva risparmiare. Ma se i grillini faranno saltare i provvedimenti sull'autonomia di regioni come Veneto e Lombardia, che per passare hanno bisogno della maggioranza assoluta, allora salta il governo. Neanche Salvini reggerebbe di fronte alla delusione del Nord. E noi non possiamo far la parte degli scemi del villaggio... ». Dario Galli (nella foto tonda, ndr) è un leghista della vecchia guardia, uomo del Nord, di quelli abituati a dire pane al pane e vino al vino. Inoltre nel governo gialloverde occupa un ruolo da cui ha un punto di osservazione privilegiato: viceministro dello sviluppo economico, è, di fatto, il vice di Giggino Di Maio, da leghista vive nello stesso ministero del leader grillino, respira la stessa aria. È uno dei pochi che è nella condizione di potere annusare gli umori dei due dioscuri, dei due vicepremier. Per cui in un momento in cui Carroccio e 5stelle litigano su tutto, tanto che se si dovesse dare retta alle parole il governo già sarebbe dovuto cadere e, invece, sta in piedi, Galli è il personaggio perfetto per avere le «istruzioni per l'uso» per districarsi nella confusione creata ad arte - tra veline, «al lupo al lupo», boatos di portavoce e dichiarazioni al vetriolo - da due partiti che già hanno aperto la campagna elettorale per le europee anche se non hanno ancora chiuso quella delle scorse politiche. Risultato: si cammina sul precipizio, con i 5stelle che nel Palazzo vengono soprannominati «5palle» per le retromarce su Ilva, Tap, trivelle, referendum propositivo senza quorum e fra un po' anche Tav; e con Salvini che alla fine qualche immigrato via Malta lo dovrà pur ingoiare.

Seduto su un divano di Montecitorio, reduce da un colloquio con un esponente dell'opposizione, a cui ha raccomandato «voi state calmi che alla fine questi pazzi di grillini li manderemo a casa», Galli, in un colloquio informale, spiega come stanno davvero le cose e cosa avverrà oggi e domani. «Ripeto - dice duro - sull'autonomia di regioni come il Veneto e Lombardia non scherziamo. I grillini sono contrari, lo dico senza acrimonia, perché sono un partito meridionalista. Lo sono nella concezione della vita. A questi non riesci a fare entrare in testa un dato: quello che conta è la parte produttiva del Paese. Lo Stato può gestire come vuole le risorse, ma non può aumentare il Pil. Invece, i grillini aboliscono i voucher, tirano fuori il reddito di cittadinanza, cose che non aiutano la parte produttiva del Paese. In questo modo l'Italia non va verso la Germania o la Svizzera, ma verso l'Egitto. È la differenza tra noi e loro!».

Giudizi duri che sembrano preludere al «the end» dell'alleanza. Ma non è così. Per ora. «Alla fine - è la previsione del viceministro - i 5stelle abbozzeranno sull'autonomia. Fino alle europee non succederà niente. Poi si vede...». E qui le strategie e i calcoli della Lega diventano più chiari. «Noi - spiega Galli - avremo il doppio dei voti dei grillini. Ne siamo convinti. E lì dentro cominceranno i processi, le notti dei lunghi coltelli. Insomma le anime del movimento esploderanno e una parte di loro, saranno una cinquantina o più, prenderà un'altra strada. Non saranno gruppi raccogliticci di scappati di casa, ma nuove formazioni. E a quel punto Salvini potrebbe anche essere tentato di mettere in piedi un'altra maggioranza e andare a Palazzo Chigi».

Questo dovrebbe essere l'epilogo. «Non vedo altre strade - taglia corto Galli -, l'ipotesi c'è tutta. Con le proposte che hanno portato avanti nel governo, Di Maio e soci prenderanno solo un terzo dei voti che avevano preso al Nord alle politiche. Al Sud, invece, perderanno la metà dei voti, tutti quelli che non avranno il reddito di cittadinanza oppure lo avranno in minima parte. Certo in un quadro simile la cosa migliore per noi sarebbe quella di andare al voto, ma Mattarella ce lo impedirà: lui non è certo il presidente che vuole che la Lega raddoppi i suoi voti. Sia Salvini, sia Giorgetti lo hanno già capito e ci hanno spiegato che Mattarella farà di tutto per evitare le elezioni. Solo che se avremo il doppio dei voti dei grillini, non potremo fare finta che non sia successo niente, non potremo più andare avanti con questo governo e con questo programma, pardon, contratto. Il Paese non lo capirebbe. E a quel punto Salvini dovrà fare il gran passo verso Palazzo Chigi.

Magari per evitare il rischio dell'ennesimo governo tecnico».

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