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Terremoto, denuncia della Croce Rossa: "Non ci fanno aiutare i feriti"

La denuncia arriva da Mirco Jurinovic, dirigente sindacale dell'Unione sindacale di base (Usb) e soccorritore qualificato della Croce Rossa Italiana della Lombardia. Per colpa di un decreto gli operatori lombardi non possono essere d'aiuto nella zona colpita dal terremoto del 24 agosto

Terremoto, denuncia della Croce Rossa: "Non ci fanno aiutare i feriti"

"Vogliamo partire per le zone colpite dal terremoto per svolgere il nostro lavoro, vogliamo rispondere agli appelli dei Sindaci di Amatrice, di Accumoli, di Posta, di Arquata del Tronto e di Pescara del Tronto. Noi soccorritori della Croce Rossa siamo pronti a partire, ma non ce lo permettono". A parlare e denunciare una situazione sgradevole è Mirco Jurinovic, dirigente sindacale dell'Unione sindacale di base (Usb) e soccorritore qualificato della Croce Rossa Italiana della Lombardia.

Soccorsi per il terremoto bloccati per colpa di un decreto

Una denuncia che arriva in un momento di estrema difficoltà. Come spiega Jurinovic, "in tutta Italia sono circa 900 i soccorritori dell’Ente utilizzati per operazioni di soccorso che dal prossimo 1 settembre verranno messi in mobilità e utilizzati in diversi uffici della Pubblica Amministrazione dove ci sono carenze d’organico". Insomma forze bloccate per colpa di un decreto che si ritrovano per le vie delle grandi città a pattugliare il nulla, quando a diversi chilometri si scava tra le macerie. "Tutto questo accade in un paese ad alto rischio sismico e idrogeologico, che da un lato taglia risorse e privatizza servizi quali la Croce rossa e i vigili del fuoco, mentre dall’altro finanzia missioni di guerra in tutto il mondo" prosegue il dirigente sindacale.

Jurinoc spiega che già da "domani sottoporremo la questione al Prefetto di Milano, perché questa situazione è inaccettabile. Bisogna ridare funzione e dignità a personale altamente qualificato che per colpa del decreto 178/2012 non presta più servizio sulle ambulanze e che da settembre rischia di finire la carriera dietro la scrivania di un qualsiasi ente pubblico". Quello che chiedevo gli operatori della Croce Rossa è solo di esserete messi "in condizione di partire e di essere coordinati nelle operazioni di soccorso. Vogliamo essere utili, poter far fronte alle richieste di aiuto che dalle zone terremotate rimbombano nelle nostre orecchie.

Siamo pagati e vogliamo svolgere la nostra professione per quello che è sempre stata – conclude il sindacalista USB - cioè una missione di aiuto verso chi ne ha bisogno.

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