Sisma Centro Italia

Terremoto, Renzi: "L'Italia piange, ma mostra un cuore grande"

Il premier nelle zone colpite "nel tardo pomeriggio". La Boldrini alle 13 ad Arquata del Tronto

Terremoto, Renzi: "L'Italia piange, ma mostra un cuore grande"

"L'Italia piange i propri cari e mostra le lacrime del dolore, ma anche il cuore grande e generoso del volontariato, della protezione civile e delle istituzioni che si è messo in moto fin dalle prime ore della notte".

Sono le prime parole pronunciate da Matteo Renzi all'indomani del terremoto di magnitudo 6.0 che ha scosso il Centro Italia. "Vorrei che il primo pensiero di queste ore andasse alle famiglie delle vittime, di chi ha perso un familiare, nel tragico terremoto di stanotte, e di chi sta vivendo ore drammatiche nella speranza di riabbracciare i propri cari", ha detto il premier annunciando che nel tardo pomeriggio visiterà il luogo colpito, "Dalle 3.37 di questa notte tutta la macchina operativa istituzionale e del volontariato si è messa in moto con determinazione e decisione. A chi ha scavato a mani nude, a chi ha lavorato per assicurare le comunicazioni, coordinato le prime fasi dell'emergenza, che sono sempre le più drammatiche, vorrei che a tutti e a ciascuno di loro arrivasse il grazie del governo e di tutti gli italiani. Salvando una vita, hanno dimostrato quanto grande possa essere il peso, l'importanza e la forza della Protezione civile".

È arrivata alle 13 a Arquata del Tronto, invece, Laura Boldrini. -La macchina degli aiuti è in movimento, c'è stata una forza coordinata. La priorità prima che faccia notte è tirare fuori le persone dalle macerie", ha detto presidente della Camera, marchigiana, "Dobbiamo dare un appoggio a queste persone e cercare in tutti i modi di rispettare il loro volere. Abbiamo visto in passato come la filosofia delle new town abbia portato a tempi molto lunghi e tanta infelicità. Dovremmo fare tutto il possibile per non disattendere questa richiesta.

Dobbiamo fare i conti con la realtà e le persone lo capiscono, sono disposte ad adattarsi, ma ci chiedono che le situazioni transitorie non diventino definitive".

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