Cronache

Terrorismo, condannato tunisino. I Casalesi si rifiutarono di vendergli armi

Il tunisino aveva messo in piedi su Facebook e Twitter una rete di contatti per alimentare una campagna di proselitismo per l'Isis. Immagini minacciose, inviti all'azione e al martirio, riempivano le sue pagine social

Terrorismo, condannato tunisino. I Casalesi si rifiutarono di vendergli armi

È stato condannato in primo grado a 8 anni per terrorismo Mohamed Kamel Eddine Khemiri, 43enne tunisino residente a San Marcellino, in provincia di Caserta. Per i giudici, l'uomo era pronto all'azione e avrebbe chiesto al clan dei Casalesi, che si rifiutarono, la vendita di 5 kalashnikov.

Durante il processo il pentito Salvatore Orabona, un affiliato del clan che viveva di estorsione, riciclaggio e compravendita di armi e droga, ha raccontato l'incontro avvenuto in un bar tra lui, Khemiri e altri due stranieri residenti in Italia da diverso tempo.

Khemiri gli chiese dei kalashnikov e delle munizioni, mentre gli altri due di procurargli una Mercedes. “Quando abbiamo finito di parlare delle auto — ha testimoniato il pentito — mi hanno chiesto anche delle armi di tipo Kalashnikov. E io lì mi sono rifiutato, diciamo, di questa proposta delle armi, e gli ho detto: io vi posso dare solo le auto; le armi non gliele ho volute dare a queste persone”.

I giudici, riporta il Fatto Quotidiano, hanno così riassunto: “Il teste, nonostante dichiarasse che dalla vendita delle armi fosse possibile ricavare anche 15.000 euro per dieci pezzi, si rifiutava di venderle pensando agli eventuali scopi illeciti per cui potessero essere utilizzate da soggetti di nazionalità algerina o tunisina”.

Il tunisino, oltre a falsificare i documenti necessari per il permesso di soggiorno, aveva messo in piedi su Facebook e Twitter una rete di contatti per alimentare una campagna di proselitismo per l'Isis. Immagini minacciose, inviti all'azione e al martirio, riempivano le sue pagine social.

Tra i tanti post, quello scritto su Facebook dopo l'attentato di Charlie Hebdo, nel quale Khemiri scrisse un passo del Corano: "Non siate amici di coloro che deridono la vostra religione, della gente del libro ed i miscredenti. Temete Allah se avete fede".

Alle domande del pm sui post pubblicati, Mohamed Khemiri si è rifiutato di rispondere e ha fatto dichiarazioni spontanee sulla sua innocenza.

Commenti