Cronache

Torino, premi in busta paga ai dirigenti del Comune che contrastano l'omofobia

Fa discutere l'iniziativa del Comune di Torino: premi in busta paga ai dirigenti che portano a termine gli obiettivi delle politiche contro le discriminazioni verso la comunità Lgbt

Torino, premi in busta paga ai dirigenti del Comune che contrastano l'omofobia

Premi in busta paga ai dirigenti che contrastano l'omofobia: è il piano messo a punto dal Comune di Torino per combattere le discriminazioni ai danni della comunità Lgbt.

Per diversi direttori e dirigenti dell'amministrazione comunale la lotta alla discriminazione e il sostegno delle persone gay, lesbiche e transessuali non sono solo politiche ma addirittura obiettivi che si declinano nel piano esecutivo di gestione e, soprattutto, che concorrono alla definizione del premio di risultato.

"È una scelta che vogliamo rafforzare per evitare che le linee guida rimangano impegni generali: devono essere trasformate in azioni concrete - ha spiegato l’assessore alle Pari opportunità, Marco Giusta - I progetti Lgbt, quindi gli obiettivi, non devono essere appannaggio di un solo settore, ma trasversali a tutto il Comune e a tutti i comparti, impegnando ogni dirigente nel raggiungimento del traguardo".

Perciò, ogni volta che viene un raggiunto un obiettivo del piano anti-discriminazione, i dirigenti responsabili ricevono un premio in busta paga. Gli "obiettivi Lgbt" della giunta Appendino per ora coinvolgono le Circoscrizioni, i servizi civici, dalle anagrafi allo stato civile, i servizi sociali, la cultura e il lavoro. Inoltre, quando il Comune realizza o partecipa a progetti di inclusione lavorativa si riserva una quota di posti a persone discriminate per l’orientamento sessuale.

"La messa a punto di un piano di gestione degli obiettivi Lgbt è un passaggio importante perché i dirigenti si sentono responsabilizzati a raggiungere i traguardi posti - ha sottolineato Roberto Emprin del settore Pari opportunità e politiche di genere - Non solo, quindi, per una ragione economica. Diventa una questione di professionalità, della capacità di raggiungere un obiettivo che concorre poi anche alla formazione del premio annuale al pari degli altri. Vogliamo ampliare sempre più questo aspetto, dalle direzioni fino alle posizioni organizzative".

L’idea di inserire "obiettivi Lgbt" e di fare un piano ad hoc non è nuova a Torino. Come scrive La Repubblica, era già contenuta in una delibera approvata nel 2015 dagli ex assessori Ilda Curti e Gianguido Passoni.

I primi traguardi raggiunti sono stati quelli della formazione del personale e hanno coinvolto il settore risorse umane del Comune: tutti i nuovi assunti seguono due ore di corso sulle tematiche Lgbt e sul badge, che devono portare i dipendenti, una persona in transizione sessuale può chiedere di utilizzare il suo nome di elezione e non quello anagrafico.

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