Cronache

La torre sfregiata di Porto Palo e l'ira di Vittorio Sgarbi

A Porto Palo, località turistica siciliana, una torre del 1583 costretta a "convivere" con un edificio di taglio moderno che rischia di sfregiare il paesaggio. Il caso è stato rilanciato nei giorno scorsi da Vittorio Sgarbi: "La Sicilia a volte sembra davvero senza speranza"

La torre sfregiata di Porto Palo e l'ira di Vittorio Sgarbi

(Da Agrigento) La statale 115, che percorre per intero la costa sud siciliana da Trapani a Siracusa, nel tratto che va da Agrigento a Castelvetrano non appare come una semplice lingua d’asfalto ma come l’anello di congiunzione tra due meraviglie assolute della Sicilia e dell’umanità: la Valle dei Templi e l’area archeologica di Selinunte. Due dei simboli più noti dell’era classica uniti da un percorso che, tra le altre cose, attraversa i paesaggi della più profonda provincia siciliana con l’occhio quasi costretto a dividersi tra i litorali della Scala dei Turchi e di Torre Salsa, da un lato, e gli aranceti di Ribera dall’altro.

Proprio poco prima dell’area di Selinunte, vi è una spiaggia da anni insignita con la “bandiera blu”: si tratta di Porto Palo, appartenente al comune di Menfi ma di fatto posta al confine tra le province di Agrigento e Trapani. Nel punto più alto di quest’area una torre di avvistamento dal 1583 tiene d’occhio la spiaggia. Del resto, la storiografia (anche se non tutti concordano) parla di come i saraceni siano sbarcati proprio qui per intraprendere le battaglie volte a conquistare la Sicilia. Negli anni successivi non sono mai mancate incursioni di pirati o di altra gente che dal Mediterraneo ha cercato di approdare sull’isola in cerca di fortune. Dunque è per questo che quasi sul finire del sedicesimo secolo viene edificata la torre. Un simbolo di quell’epoca, un monumento che disegna la storia di questo luogo ma anche un edificio ben incastonato con il paesaggio e la spiaggia di Porto Palo.

Ma ecco che proprio davanti a questo simbolo ed a questo monumento, da giorni fa capolino il cantiere per il restauro di un edificio che rompe irrimediabilmente l’armonia storica e paesaggistica di Porto Palo. Tutto regolare, tutto nella norma, si dice, nulla di legalmente fuori posto: davanti la torre del 1583 da circa un secolo vi è un edificio poi diventato un rudere su cui adesso vengono portati avanti alcuni lavori. Ma il colpo d’occhio è oggettivamente molto brutto e richiama l’attenzione della giornalista siciliana Francesca Capizzi, che a Menfi è nata e cresciuta: “È veramente un qualcosa di orribile, una bruttura – dichiara la cronista – Io ho denunciato il fatto con delle foto, ma ho anche segnalato il tutto a Vittorio Sgarbi perché lui ben conosce questi luoghi” (Guarda la gallery).

Ed in effetti il caso è diventato di rilevanza extra locale grazie proprio ad un post del critico d’arte, il quale sui social ha rilanciato le immagini dei lavori e di questo edificio bianco posto proprio davanti alla torre.

“Ad oggi però – specifica Sgarbi a IlGiornale.it - Non ho avuto fino ad oggi nessuna risposta dalle autorità competenti. E, francamente, non me l’aspetto. Il silenzio è già una risposta”.

“In compenso in rete – prosegue Sgarbi - Alcuni soggetti locali, prendono di mira la giornalista che ci ha segnalato lo sfregio, Francesca Capizzi, invece di ringraziarla per il senso civico. Quando leggo commenti della serie “tutto normale”, “è tutto in regola”, “si tratta di regolari lavori di ristrutturazione", cascano le braccia, e penso che per la Sicilia non ci sia speranza.”

In effetti non proprio tutti hanno gradito a Menfi la segnalazione effettuata dalla giornalista e rilanciata da Sgarbi. Se da un lato in tanti gridano all’ennesimo sfregio in Sicilia ed in Italia di un monumento che contrassegna il nostro paesaggio, dall’altro c’è chi accusa chi ha effettuato la segnalazione giustificando i lavori in quanto in regola sotto il profilo legale. La legge però, al contrario dell’occhio, non sempre riesce a discernere ciò che è bello da ciò che invece può apparire come un autentico scempio.

Vittorio Sgarbi, che tra l’altro, oltre ad essere stato fino a pochi mesi fa assessore nella giunta regionale siciliana, è stato anche sindaco di Salemi, comune non lontano da qui, non ci sta proprio ad assistere alla difesa dei lavori in corso dinnanzi il monumento di Porto Palo: “Quella torre è lì dal 1500. Quella struttura che sta 10 metri sotto, pare che sia lì da 80 anni. Ma dico io: in 100 anni nessuno si è accorto di questo sfregio? Forse che il tempo cancella l’obbrobrio e salva i responsabili? E le associazioni ambientaliste siciliane e locali?”

Nella giornata di martedì Italia Nostra ha inviato una nota stampa, in cui si registra una prima presa di posizione in merito: “I lavori di ristrutturazione in questione stanno rendendo l’edificio di taglio moderno in stridente contrasto con il bene storico della torre”, si legge nelle dichiarazioni di Adele Falcetta, presidente della sezione agrigentina di Italia Nostra.

Le temperature, come in tutta la Sicilia, in questi giorni a Porto Palo appaiono anomale: a fronte di un agosto passato spesso tra pioggia e vento, la vera estate sta arrivando adesso. La gente, davanti la torre e davanti l’edificio su cui insistono i lavori, corre verso il bagnasciuga e gode di queste giornate calde mentre intanto il caso rilanciato dal post di Sgarbi risale velocemente l’intero stivale. Le foto e le immagini della costruzione bianca a pochi metri dalla torre stanno ancora oggi facendo il giro del web: “Bisogna avere consapevolezza che il Paesaggio è una ricchezza – conclude Sgarbi – E non a caso la nostra carta costituzionale lo tutela.”

“Adesso auspichiamo che si smuova qualcosa – riferisce ai nostri microfoni Francesca Capizzi – Non credo debba finire così.

È una situazione che in qualche modo deve muoversi, altrimenti siamo destinati a convivere a vita con questo ennesimo scempio di un territorio stupendo”.

Commenti