Cronache

Tradizione, risparmio e vini di casa nostra

Vogliamo preparare un pranzo o un cenone tradizionale facendo bella figura e spendendo poco? Ecco i suggerimenti di due chef stellati d'eccezione

Vogliamo preparare un pranzo o un cenone tradizionale facendo bella figura e spendendo poco? Ecco i suggerimenti di due chef stellati d'eccezione. Giancarlo Morelli (ristorante Pomiroeu di Seregno) cucina con la volontà di fare stare bene e di offrire emozioni, piacere, distrazione. Per risparmiare ci ricorda di utilizzare esclusivamente prodotti di stagione e della tradizione. Le spezie devono essere le protagoniste della tavola insieme all'inebriante sferzata degli agrumi. Secondo lui non è così importante spendere tanto o poco nelle occasioni di festa. Ciò che fa la differenza sono la fantasia e la creatività. Per il discorso vini, meglio le etichette italiane o straniere? «In Italia abbiamo dei vini grandiosi, un'incalcolabile varietà e una scelta infinita fra tantissimi produttori ed etichette. Penso inoltre che sia un segnale anche etico: in questo momento è necessario dare sostegno alla nostra economia».

L'altro chef tradizionale che ci ha dispensato suggerimenti utili per queste giornate di festa è Matteo Vigotti. È l'executive chef del ristorante Peck (di Milano) che coi suoi piatti delizia i palati sopraffini dei milanesi più esigenti. È convinto che i menu debbano essere pensati in modo intelligente; la soddisfazione del palato non sempre è sinonimo di cibo pregiato. Gli ingredienti di lusso devono servire solo a valorizzare il menù. La tavola natalizia deve rievocare in noi momenti e ricordi belli, magari legati all'infanzia o alle tradizioni di famiglia. «Nel mio caso i tortellini in brodo di gallina e i ciccioli». Quanto si può spendere mediamente a testa per un pranzo o una cena importante (a casa), vini esclusi? «Per un'indicazione di massima tra 15 e 20 euro». Per brindare cosa dovremmo acquistare? «Vorrei dire etichette italiane, però il palato ha regole soggettive. Conosco ottimi spumanti e champagne non entusiasmanti e viceversa.

Io berrei Giulio Ferrari Riserva del Fondatore».

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