Cronache

Trapani, donna ridotta in fin di vita: arrestato un nigeriano

Un nigeriano di 25 anni, ritenuto l’autore della violenta aggressione commessa a Valderice è stato arrestato

Trapani, donna ridotta in fin di vita: arrestato un nigeriano

È accusato avere rapinato e ridotto in fin di vita una donna. Un nigeriano di 25 anni, ritenuto l’autore della violenta aggressione commessa a Valderice la sera del 30 maggio, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Trapani, su disposizione della Procura diretta da Marcello Viola. I reati contestati sono quelli di rapina aggravata e lesioni gravi. Il giovane è stato rintracciato nel Cara di Mineo. È stato condotto nel carcere di «San Giuliano», a disposizione del Gip che, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha convalidato il fermo, disponendo la misura della custodia cautelare in carcere. Quella sera, la vittima aveva partecipato a un incontro organizzato da una associazione culturale. La donna, nel tragitto verso la propria auto, parcheggiata non molto distante, era stata barbaramente aggredita, picchiata, derubata dei propri effetti personali e lasciata in fin di vita in un piccolo campo recintato, a lato della strada, dove aveva trascorso, priva di sensi, l’intera nottata. I parenti, preoccupati del mancato rientro, insieme ai militari dell’Arma immediatamente avvisati, si erano messi alla ricerca della donna che è stata trovata, priva di sensi e con vistose ferite, solo la mattina dopo. Sin da subito, i militari della Stazione di Valderice e del Nucleo Operativo della Compagnia di Trapani, coordinati dai Pm Anna Trinchillo e Franco Belhanno proceduto a una intensa attività investigativa. Glivisi, hanno proceduto a una intensa attività investigativa. La delicatezza e la complessità della vicenda ha quindi richiesto l’intervento di personale specializzato del Ros di Palermo. Numerosi gli elementi di colpevolezza, compreso il telefonino sottratto alla vittima e venduto a un ospite del Cara di Mineo dove il nigeriano si era rifugiato.

Fondamentale la collaborazione di alcuni ospiti della struttura di accoglienza valdericina che hanno segnalato l’allontanamento del sospettato e fornito dettagli sui suoi spostamenti.

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