Cronache

Usa, trasfusioni e trapianto di cellule staminali in utero: è la prima volta al mondo

Straordinari risultati del primo intervento eseguito al sesto mese di gravidanza al “Children’s Hospital” di San Francisco. Si pongono le basi per combattere numerose malattie ereditarie

Usa, trasfusioni e trapianto di cellule staminali in utero: è la prima volta al mondo

Per la prima volta al mondo una bambina di nome Elianna, a tre mesi dalla nascita, ha ricevuto cinque trasfusioni di sangue ed un trapianto di cellule staminali, ricavate direttamente dal midollo osseo della madre, con un ago nel cordone ombelicale. Il delicato intervento pionieristico si è reso necessario al fine di contrastare la malattia da cui era affetta, ovvero l’alfa talassemia maggiore, che spesso risulta letale per il feto.

Il gene per tale patologia, di cui è portatore circa il 5% della popolazione mondiale, è maggiormente diffuso in Cina, nelle Filippine, in Tailandia, in India ed in Medio Oriente. A causa dell’alfa talassemia maggiore, l’anemia e l’insufficienza cardiaca si sviluppano prima della nascita causando un danno progressivo che può diventare fatale se si interviene in ritardo.

Grazie ai trattamenti effettuati ancora in utero il parto è andato a buon fine lo scorso febbraio, ma solo nei prossimi mesi si potrà verificare con sicurezza se il trapianto è riuscito a contrastare il male di cui la piccola soffriva da prima di venire al mondo. “È ancora troppo presto per dire se il trapianto di cellule staminali si rivelerà efficace", ha spiegato Tippi MacKenzie, chirurga pediatrica dell'"Ucsf Benioff Children’s Hospital" di San Francisco che ha eseguito l’intervento pionieristico dopo anni di ricerca, "ma siamo ottimisti perché il fatto che la neonata sia nata sana ci fa intendere che la terapia fetale è un’opzione praticabile che possiamo offrire alle famiglie con questa diagnosi”.

In caso di successo, come segnala il

html" data-ga4-click-event-target="external" target="_blank" rel="noopener">New York Times, questa operazione potrebbe segnare una svolta sui trapianti fetali anche per patologie terribili come l’anemia falciforme, l’emofilia e altre malattie ereditarie.

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