Cronache

Treviso, malato di Sla sceglie di morire facendosi addormentare

Esaudito il desiderio espresso da Dino Bettamin, 71 anni di Montebelluna (Treviso), malato di Sla: "Voglio dormire fino all'arrivo della morte, senza più soffrire"

Treviso, malato di Sla sceglie di morire facendosi addormentare

Da cinque anni gli era stata diagnosticata la Sla, sigla terribile che indica la sclerosi laterale amiotrofica. Ora Dino Bettamin, 71 anni, macellaio di Montebelluna (Treviso), ha chiuso gli occhi per sempre, dopo essere stato sottoposto a quella che in gergo viene chiamata "sedazione palliativa". L'uomo avrebbe chiesto di "dormire fino all'arrivo della morte, senza più soffrire". E la sua volontà è stata rispettata, così come il suo rifiuto a qualsiasi trattamento, compresa la nutrizione forzata.

Bettamin, che dal 2015 era assistitoco a domicilio dagli infermieri di "Cura con Cura", era perfettamente a conoscenza dell'aggravarsi delle proprie condizioni. Così come racconta sua moglie: "Era lucido e ha fatto la sua scelta. Così, dopo l'ultima grave crisi respiratoria, è iniziato il suo cammino". La richiesta ai sanitari è arrivata dopo l’ultima crisi respiratoria, a inizio mese. Il 5 febbraio la guardia medica ha aumentato il dosaggio del sedativo che lui già assumeva via flebo e il giorno seguente è iniziata la somministrazione degli altri farmaci previsti dal "protocollo".

Anna Tabarin, l''infermiera che l'ha seguito, al Corriere del Veneto chiarisce che Bettamin "non ha mai chiesto di spegnere il respiratore", nonostante la legge lo consenta nei casi di sedazione profonda. Anzi, era terrorizzato dall'ipotesi di poter morire soffocato. Ha optato per una scelta in linea con la legge, la bioetica e la sua grande fede". Non a caso, infatti, un prete andava a trovarlo tutte le settimane per fargli fare la comunione.

"Di solito vi si ricorre per i pazienti oncologici terminali — spiega l'infermiera — la condizione per il mantenimento dello stato di sonno è l’esistenza di un sintomo refrattario, cioè non trattabile se non in questo modo. Parametro presente nel quadro clinico di Bettamin: soffriva di uno stato di angoscia non più gestibile. Sapeva che non sarebbe arrivato a primavera e ai parenti abbiamo detto: ha vissuto gli ultimi due anni da leone, ora lasciatelo andare, se vuole così. E loro hanno capito".

Nell'ultimo periodo, sempre più difficile, Bettamin riusciva a esprimersi solo sbattendo le palpebre.

Alla fine, quando sua moglie gli ha detto che aveva sbrigato tutte le cose che lui le aveva chiesto, si è lasciato andare.

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