Cronache

Tripoli, esplode autobomba vicino ambasciata italiana

Una autobomba è esplosa nel cuore di Tripoli vicino all’ambasciata d’Italia nel quartiere di Dahra sul lungomare, riaperta da pochi giorni

Tripoli, esplode autobomba vicino ambasciata italiana

Una autobomba è esplosa nel cuore di Tripoli vicino all’ambasciata d’Italia nel quartiere di Dahra sul lungomare, riaperta da pochi giorni. Nell’esplosione sono morte le due persone a bordo della vettura. Fonti diplomatiche sottolineano che l’ambasciata non ha riportato alcun danno.

I media locali mostrano immagini di una vettura in fiamme distrutta dalla deflagrazione. Secondo il sito del quotidiano libico al Wasat l’autobomba è esplosa tra l’ambasciata italiana e quella egiziana vicino al Lybia Palace Hotel. La legazione era stata riaperta solo 3 giorni fa dall’ambasciatore Giuseppe Perrone, primo diplomatico occidentale a tonare nella capitale libica. Le forze di sicurezza libiche stanno indagando per accertare se l’autobomba era diretta a colpire l’ambasciata italiana o quella egiziana, che si trova subito accanto. L’ambasciatore Perrone e tutto lo staff dell’ambasciata stanno bene. La legazione, tra l’altro, essendo oggi sabato era chiusa e l’edificio non è stato danneggiato in alcun modo. Una fonte della sicurezza libica ha spiegato che uno dei kamikaze ha parcheggiato l’auto imbottita di esplosivo nel mezzo della strada vicino al ministero della Pianificazione perchè era inseguito dal personale della sicurezza locale a protezione dell’ambasciata italiana, insospettito dal fatto che l’uomo aveva cercato di parcheggiare vicino alla legazione. Zona off limits ad ogni veicolo. La Mezzaluna Rossa, riferisce il Libya Observer, ha recuperato due corpi: uno dell’autista e l’altro di un compagno che si è immolato con lui.

Secondo gli osservatori citati dal sito l’aver tentato di colpire la legazione italiana a tre giorni dalla sua riapertura, e dopo la visita del ministro dell’Interno, Marco Minniti a Tripoli, è un forte messaggio inviato al governo di Roma affinchè riconsideri la sua scelta di sostenere il governo di unità nazionale, nato sotto egida Onu, del premier Fayez al Serraj.

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