Cronache

Triste l'America che ha paura del bikini di una bimba

L'America è impazzita, e non già perché ha eletto come suo presidente un maverick come Trump. Al contrario è proprio in risposta a questo impazzimento delle élite americane che Trump ha vinto

Triste l'America che ha paura del bikini di una bimba

Soltanto chi ama l'America e quel grande spirito di libertà che i suoi padri fondatori ci hanno regalato, si può davvero dolere della follia culturale dominante in cui si sta immergendo. L'America è impazzita, e non già perché ha eletto come suo presidente un maverick come Trump. Al contrario è proprio in risposta a questo impazzimento delle élite americane che Trump ha vinto.

Oggi ci stupiamo di quella follia nevrotica che porta alle distruzioni delle statue di Cristoforo Colombo. Ma all'inferno culturale gli Stati Uniti sono scesi un passo alla volta. I tagliatori di teste, di marmo, s'intende, sono gli stessi che un lustro fa occupavano Wall Street con il movimento più inconcludente della storia. Sono un piccolo circolo amato dagli editorialisti del New York Times, alla rincorsa delle felpette californiane. In uno dei parchi acquatici più famosi degli Stati Uniti, peraltro come in ogni spiaggia, mi è successo un piccolo episodio che dovrebbe fare riflettere. E mi scuso per il caso personale. Mia figlia, che non ha sette anni, è stata obbligata ad indossare un bikini perché, nonostante la giovane età, la sua nudità superiore avrebbe potuto turbare il pudore collettivo. La cosa non sarebbe cambiata se di anni ne avesse avuto quattro o cinque. Si assiste così, nei bagni americani, a quella ridicola circostanza di imbattersi in migliaia di piccole barbie, oscene e volgari approssimazioni di adolescenti che non sono. Si sarebbe potuta derubricare come una patetica concessione al puritanesimo a stelle e strisce. Quello che non ti impedisce di bere alcolici in luoghi pubblici, a patto che siano nascosti da un cartoncino senza logo.

Ma in quel medesimo parco c'erano centinaia di donne completamente fasciate da opprimenti burkini: costumi che coprono dai piedi alla testa. In omaggio a una religione che la laica America non si permette di censurare. E allora, da padre europeo, mi chiedo e chiedo ai gestori delle spiagge americane, a Walt Disney e ai suoi parchi, con quale arroganza vi permettete di censurare una mia tradizione (le bambine non indossano il pezzo di sopra del costume) ben ancorata nella cultura occidentale, mentre siete così rispettosi di una tradizione religiosa ben più lontana da voi? Forse dovremmo inventarci una religione che come precetto abbia il bikini libero per le bimbe, dovremmo avere qualche fanatico che cerchi di imporlo a tutti, con tutti i mezzi a disposizione? Per potere rivendicare un costume, è il caso di dire, della nostra tradizione. In sintesi, nella patria del primo emendamento, della libertà difesa costituzionalmente, le élite culturali sembrano imbambolate, incapaci di produrre un'idea che sia una, tutte impegnate, come sono, a fare dimenticare la propria storia e le proprie tradizioni.

In un generale sforzo di annichilimento di ogni simbolo e tradizione che hanno reso la nostra cultura e la nostra società più libere.

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