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"Troppi inviti alla prudenza, così passa la voglia di pregare"

Rino Cammilleri: "Su questi fenomeni la Chiesa è più scettica"

"Troppi inviti alla prudenza, così passa la voglia di pregare"

Rino Cammilleri, giornalista e scrittore, è uno dei massimi esperti di lacrimazioni di statuette: ne ha scritto due libri, Le lacrime di Maria e Gli occhi di Maria, quest'ultimo con Vittorio Messori.

I fenomeni si ripetono, ma sollevano meno clamore. Come mai?

«Se il caso non è davvero eclatante, la Chiesa sceglie sempre la prudenza, in particolare dal periodo illuminista in poi. Il razionalismo vuole fare passare questi fenomeni come medievali e i vescovi preferiscono non correre rischi. Eppure, lo stesso Napoleone ne fu testimone».

In che occasione?

«Qualche giorno prima che arrivasse ad Ancona, che allora era il porto principale dello Stato pontificio, un quadro della Madonna venerato nella cattedrale cominciò a muovere gli occhi. Tutta la città ne fu testimone. Napoleone voleva distruggere l'immagine, ma quando giunse ed esaminò il quadro il prodigio si ripeté: fu turbato a tal punto che si limitò a farlo coprire con un drappo senza bruciarlo. Il fenomeno avvenne anche a Roma in decine di Madonnelle stradarole, le edicole sacre lungo le vie, per oltre un anno. La cosa fece enorme scalpore, come confermano molti documenti nell'Archivio vaticano che ho potuto consultare».

Nemmeno a Civitavecchia è stato riconosciuto ufficialmente il miracolo nonostante l'interessamento di papa Giovanni Paolo II.

«Il caso fu clamoroso anche perché la statua fu sequestrata dopo una denuncia del Cicap e del Codacons per circonvenzione d'incapace e abuso della credulità popolare. Dopo il sequestro Giovanni Paolo II mandò di nascosto il cardinale polacco Deskur a Medjugorje a comprare un'altra statuetta uguale da regalare alla famiglia. Questa seconda immagine pianse lacrime umane e sparse attorno un olio profumatissimo. Io stesso, quando andai a trovare i Gregori, presi una foglia dal giardino che gocciolava quest'olio odoroso».

Se le lacrimazioni sono dimenticate, chi porta la responsabilità maggiore di questa trascuratezza?

«In generale la Chiesa sceglie la prudenza. In tempi di scetticismo e anticlericalismo, ancora di più. Non parliamo di questi anni di pontificato. Papa Francesco ha fatto capire di essere molto scettico, una volta disse che la Madonna non è una postina che recapita messaggi a comando. Si riferiva a Medjugorje. Se lo scetticismo riguarda le apparizioni, figuriamoci le lacrimazioni che sono considerate una specie di parente povero».

Il primo pronunciamento però spetta al vescovo locale, non al Papa.

«Certo, ma i vescovi si adeguano al clima dominante. Sembrano infastiditi e tendono a non pronunciarsi, a insabbiare. Tutt'al più lasciano che si sviluppi un piccolo culto locale, ma non di più.

Troppi inviti alla prudenza fanno passare la voglia ai pellegrini».

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