Cronache

Tunisino ingoia pile e lamette per essere ricoverato. Poi evade, ma lo catturano

Il piano di Haji Moez, tunisino di 33 anni, detenuto in carcere a Sanremo, è andato tutto come da previsioni, ma la libertà è durata poche ore, fintanto non è stato catturato dalla polizia.

Tunisino ingoia pile e lamette per essere ricoverato. Poi evade, ma lo catturano

Ha ingoiato pile, lamette e chissà cos’altro, pur di finire in ospedale e provare a scappare, guadagnando quei (più o meno) cinque anni di detenzione, che lo separano dal fine pena nel 2023. Il piano di Haji Moez, tunisino di 33 anni, detenuto in carcere a Sanremo, è andato tutto come da previsioni, ma la libertà è durata poche ore, fintanto non è stato catturato dalla polizia. E’ venerdì, quando Moez ingoia alcuni oggetti estranei, una tecnica piuttosto in voga tra i detenuti stranieri che in questo modo vogliono fare un dispetto agli agenti che non gliela danno vinta o che sperano di uscire dal carcere.

Il giovane viene così portato in ospedale e sistemato su una branda in una stanzetta del pronto soccorso. E' un soggetto piuttosto violento, in carcere per una lunga serie di reati, soprattutto concernenti il traffico di droga. I medici lo devono operare, ma lui si dimostra poco collaborativo. Anzi. Tende a ribellarsi, non è facilmente gestibile. Il tunisino ha una manetta attaccata al polso e l'altra a una barella di tela, dove è sdraiato. Sono circa le 5.30. Approfitta del silenzio della notte, per strattonare più volte il polso legato e alla fine riesce a liberarsi.

A quel punto, con un balzo felino, si lancia da una finestra al primo piano del pronto soccorso e scappa. Finalmente, è riuscito nel proprio intento, ma ora lo stanno cercando ovunque. Uno spiegamento di poliziotti della penitenziaria e del commissariato perlustra tutta la zona dell’ospedale. Non può essere andato lontano. E’ anche difficile per una persona nelle sue condizioni poter trovare un riparo, almeno che non ci sia qualcuno in grado di assicurargli un rifugio in Italia o all’estero.

La cattura. Moez si era nascosto nei giardini della casa di riposo per anziani Borea. Determinante per la sua cattura - avvenuta verso le 8, da parte della polizia - è stata la telefonata al 112 di un dipendente della struttura per anziani, quest'ultima poco distante dall'ospedale, che ha notato il nordafricano aggirarsi nel parco.

"Appena è entrato ce lo hanno immediatamente segnalato - ha affermato il dirigente del commissariato di Sanremo Giovanni Santoro -. Segno che c'è un controllo molto stretto e una collaborazione importante tra le realtà del territorio. Grazie alla minuziosa descrizione fornita dagli agenti della penitenziaria, i poliziotti hanno potuto riconoscere l'evaso e arrestarlo di nuovo".

Per il direttore del carcere di Sanremo, Francesco Frontirrè: "I comportamenti degli uomini che gestiamo sono spesso imprevedibili. Quello di oggi è un fatto che non deve accadere ma che purtroppo accade. Il detenuto ha ingerito questi oggetti in segno di protesta: cosa purtroppo assai comune in ambito penitenziario". Moez si trovava in carcere, dal marzo scorso, per un cumulo di pene per reati legati allo spaccio di stupefacenti. In sei mesi, tuttavia, ha girato diversi istituti di pena: da San Vittore a Milano, a quelli di Fossano, Saluzzo e, infine, Sanremo. "Approfondiremo la vicenda - conclude Frontirrè - ma allo stato attuale non vedo responsabilità da parte degli agenti".

Si tratta della seconda evasione dal pronto soccorso di Sanremo, dopo quella di Abdelhamid Salmane, detenuto marocchino di 25 anni, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato quattro giovani italiani, scappato il 26 aprile scorso, ma catturato nella serata dello stesso giorno.

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