Cronache

Il turista derubato non si trova. Un imprenditore milanese: "Io voglio aiutarlo"

Un imprenditore milanese è disposto a dargli il denaro di cui ha bisogno, ma Michael Veley, il turista malato terminale derubato di tutti i suoi averi sembra essersi volatilizzato

Il turista derubato non si trova. Un imprenditore milanese: "Io voglio aiutarlo"

Scomparso nel nulla. Michael Veley, il turista malato terminale derubato di tutti i suoi averi sembra essersi volatilizzato. “Vorrei trovarlo e pagargli il conto in albergo, dargli tutto il denaro di cui ha bisogno. Non è possibile che la sua vacanza, il suo ultimo viaggio prima di morire, debba finire in questo modo”. L’imprenditore milanese disposto ad aiutare il cittadino americano incappato nei borseggiatori su un vaporetto di Venezia non molla. “Bisogna lanciare un appello per ritrovarlo, questa storia non può finire senza un briciolo di solidarietà” chiosa l’uomo a capo di un’importante azienda e già protagonista di un atto di generosità nei confronti di nonna Giuseppina, l’anziana terremotata di Fiastra che non voleva lasciare la casa in cui aveva vissuto tutta la vita.

Una storia a tratti paradossale, questa accaduta sabato scorso (ma resa nota solo oggi) sul vaporetto numero 1. L’uomo, malato di tumore, decide di trascorrere i pochi giorni che gli restano da vivere visitando il Bel Paese. Mai avrebbe potuto immaginare di diventare vittima di malviventi. Prima tappa del suo viaggio, insomma, la città lagunare. E proprio su uno dei tanti battelli che solcano il Canal Grande Michael viene avvicinato dai borseggiatori. Zingarelli, senza fissa dimora, lestofanti nostrani? Nessuno può dirlo. Sta di fatto che i manolesta confusi fra la folla arraffano il portafogli del malcapitato di turno. E si dileguano. Michael se ne accorge qualche minuto dopo, ovviamente troppo tardi. Non gli resta che recarsi alla stazione dei carabinieri più vicina. Viene raccolta la denuncia ma non viene registrato nome e indirizzo dell’alloggio dell’uomo e della moglie o il loro numero di telefono. Tant’è. Michael, prima di sparire, scrive una lettera ai suoi borseggiatori. “Mi avete lasciato senza un soldo e senza carte di credito. Questo era il mio ultimo viaggio con mia moglie: sto morendo di cancro. Forse non leggerete questa lettera, so che non ve ne importa (…) Siamo arrivati nella vostra bellissima città il 14 luglio alle 14 (…) e sono diventato la tua prossima vittima. Prego (…) e ti perdono”. La notizia, pubblicata inizialmente da “il Corriere del Veneto”, manco a dirlo, in poche ore diventa virale. Provocando lo sdegno e i commenti di migliaia di italiani. L’imprenditore lombardo, dal canto suo, chiede aiuto agli albergatori, ai ristoratori a quanti siano in grado di fornire elementi utili per rintracciare il poveretto. “Non può e non deve tornare negli Stati Uniti con un ricordo del nostro Paese così triste.

Bisogna trovarlo”.

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