Cronache

Ufficializzare l'inno di Mameli, forse è la volta buona

Sta per iniziare alla Camera l'ennesima discussione per rendere "Fratelli d'Italia" l'inno ufficiale del nostro Paese: la proposta di legge presentata in commissione

Ufficializzare l'inno di Mameli, forse è la volta buona

71 anni di attesa, da quando l'allora presidente del consiglio Alcide De Gasperi propose di adottarlo "provvisoriamente". Ma questa potrebbe essere finalmente la volta buona per l'ufficializzazione di "Fratelli d'Italia" come inno del nostro Paese. Una decisione che potrebbe arrivare a breve, grazie alla presentazione nella Commissione affari costituzionali della Camera prevista per giovedì prossimo, a seguito della quale si potrebbe andare abbastanza rapidamente al voto per adottare definitivamente il canto di Mameli come inno d'Italia.

Già nelle ultime tre legislature si era provato a fare il grande passo. Tuttavia, tutti i vari progetti presentati nel corso degli anni sono stati oggetto di lunghe discussioni senza mai essere approvati. L'unica novità relativa all'inno è stato il riconoscimento giunto con l'approvazione della legge 222 del 2012, che ne prevedeva l'insegnamento nelle scuole.

La legislatura in corso è vicina alla sua scadenza naturale, ma in base alle voci che filtrano da ambienti vicini a Montecitorio è possibile prevedere per i prossimi mesi un'accelerazione decisiva della procedura.

La proposta di legge sarà esaminata giovedì prossimo nella commissione Affari costituzionali della Camera, dopo essere stata scritta e depositata a quattro mani dal deputato di Fratelli d'Italia Gaetano Nastri e dall'esponente democratico Umberto D'Ottavio.

Solo tre gli emendamenti presentati, tra cui quello del centrista Gian Luigi Gigli che intende abolire l'inno di Mameli per sostituirlo con un inno da scegliere al termine di un concorso da promuovere a livello nazionale. Una posizione condivisa da altri esponenti cattolici che potrebbero affondare il progetto.

L'inno di Mameli si chiama così dal nome di Goffredo Mameli, poeta e attivista risorgimentale che scrisse i versi di "Fratelli d'Italia" nel 1847, mentre delle musiche si sarebbe occupato poco tempo dopo il maestro genovese Michele Novaro.

In breve tempo l'inno divenne il canto più amato nel periodo risorgimentale, passando indenne le epoche successive della storia d'Italia.

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