Coronavirus

I vaccini che nessuno usa. La verità in questo grafico

Il grafico elaborato dalla Fondazione Gimbe mostra l'ampio divario tra le dosi attualmente disponibili e quelle somministrate

I vaccini che nessuno usa. La verità in questo grafico

"Protestiamo giustamente perché arrivano pochi vaccini. Ma intanto quasi 1,8 milioni stanno serenamente al fresco". Lo scrive su Twitter Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, postando il "grafico dello scandalo" che evidenzia il divario fra il totale delle dosi consegnate all’Italia e il totale di quelle somministrate. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il virologo Roberto Burioni che "cinguetta" con tono solenne: "Arrivano pochi vaccini - scrive -ma se quelli che ci arrivano rimangono nei frigoriferi, il guaio diventa ancora maggiore".

Il grafico sui vaccini

Nel grafico elaborato dalla Fondazione Gimbe, sulla base dei dati divulgati dal commissario per l'emergenza Covid-19 in accordo con il ministero della Salute, si evince chiaramente un gap di proporzioni "mostruose" tra le dosi vaccinali disponibili e quelle somministrate. Quasi 1,8 milioni di fiale, a fronte di una fornitura in continuo ribasso, stanno "serenamente al fresco" - come fa notare Nino Cartabellotta nel tweet - nelle celle Ult (i frigoriferi temperati a -75°C dove si conservano i vaccini).

Grafico Gimbe

A che punto sono le forniture?

La campagnia vaccinale continua a rallentare il passo col rischio che, in previsione di una nuova impennata di casi prevista per il mese di marzo, non si riesca ad immunizzare le cosiddette "fasce a rischio" della popolazione in tempo utile per evitare l'ennesimo disastro sanitario. La continua revisione al ribasso, documentata dai 4 aggiornamenti ufficiali delle forniture attese, in soli 2 mesi ha quasi dimezzato le dosi previste per il primo trimestre 2021 che sono precipitate da 28,3 a 15,7 milioni. Secondo quanto si apprende da una elaborazione Gimbe, delle dosi previste per il primo trimestre 2021, al 24 febbraio ne sono state consegnate alle Regioni solo un terzo. Nello specifico, solo il 43% del siero Pfizer-BioNtech (3.905. 460 su 9.012.748), un mero 18,4 di quello Moderna (244.600 su 1.330. 000) e il 19,6% di AstraZeneca (1.048.800 su 5.352.250). Per rispettare le scadenze del piano vaccinale originario, dovrebbero essere somministrati in media 2.3 milioni di dosi a settimana: un miraggio.

Il numero di vaccini somministrati

A fronte dell'approvvigionamento deficitario anche le inoculazioni procedono al rilento. Al 24 febbraio (aggiornamento ore 08.01) hanno completato il ciclo vaccinale con la seconda dose oltre 1,34 milioni di persone (2,25% della popolazione), con marcate differenze regionali: dal 1,58% dell’Abruzzo al 4,17% della P.A. di Bolzano (figura 6). "Se l’obiettivo della prima fase della campagna vaccinale – spiega il Presidente della Fondazione Gimbe – era proteggere, oltre al personale sanitario e socio-sanitario, le persone più fragili (ospiti RSA e over 80), aver somministrato oltre 655 mila dosi (17,7%) al personale non sanitario (figura 7) stride con l’esigua copertura degli over 80: su oltre 4,4 milioni solo 380 mila (8,6%) hanno ricevuto la prima dose di vaccino e circa 127 mila (2,9%) hanno completato il ciclo vaccinale (figura 8).

Un’inversione di priorità, non prevista dal piano vaccinale, che sta ritardando la protezione della categoria che ha pagato il tributo più alto in termini di vite umane".

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