Cronache

Vaccino e autismo, una sentenza ad Agrigento parla di rapporto causa-effetto

Il Tar della Sicilia chiede un risarcimento con interessi al ministero della Salute per la famiglia di un bambino ammalatosi dopo il trivalente

Vaccino e autismo, una sentenza ad Agrigento parla di rapporto causa-effetto

Vaccini e autismo. Un binomio che negli anni ha fatto discutere i medici di tutto il mondo. I vaccini provocano o no l'autismo? Ancora non è chiaro. Fatto sta che ad Agrigento una sentenza ha nuovamente sollevato dubbi sull'eventuale nesso tra il medicinale e la patologia. Il Tar della Sicilia ha imposto al ministero della Sanità di risarcire un ragazzo autistico di Agrigento che nel 2000 fece il vaccino tetravalente, quello contro la difterite, il tetano, la pertosse e l'epatite B. Il tribunale civile nel 2014 aveva già riscontrato un rapporto di causa-effetto e aveva riconosciuto alla famiglia un danno di 250mila euro. Senza nessuno riscontro, però, da parte del dicastero. Ora il giudice amministrativo ha imposto alle istituzioni di liquidare la cifra e, per giunta, con gli interessi entro 2 mesi. In alternativa? Sarà istituito un commissario che si occuperà della questione.
Il dilemma, ancora irrisolto, vede correnti di pensiero in contrasto fra loro. Secondo fonti di stampa, il collegamento è stato ipotizzato da uno studio inglese del 1998 e successivamente ritirato perchè testato su pochi pazienti.
Rimane il fatto che i vaccini non sono sicuri al cento per cento. Addirittura, in casi molto rari, possono provocare la stessa malattia che dovrebbero prevenire o una sua complicanza. L'autismo, secondo la scienza, è escluso dalla casistica. Eppure nei tribunali si continua a dibattere il tema. Non solo ad Agrigento, dove peraltro il giudice civile si era basato su una vecchia relazione, del 2006, prodotta dalla commissione medica ospedaliera. A Rimini nel 2012 il giudice del lavoro riconobbe il risarcimento alla famiglia di un bambino perché, secondo i suoi consulenti, l’autismo sarebbe stato collegato al vaccino trivalente.

Quella decisione venne poi ribaltata nel febbraio del 2015 dalla Corte d’appello di Bologna.

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