Cronache

Così volevano abolire i gesuiti sotto il pontificato di Benedetto

Durante il pontificato di Ratzinger i gesuiti di Bergoglio stavano per inciampare in un commissariamento. Decisivo il "no" del futuro papa

Così volevano abolire i gesuiti sotto il pontificato di Benedetto

La Compagnia di Gesù, quella di cui fa parte anche Papa Francesco, poteva essere commissariata durante il pontificato di Joseph Ratzinger. La novità è emersa attraverso un libro dello storico Gianni La Bella, che per Guerini e Associati ha dato alle stampe "I Gesuiti. Dal Vaticano II a Papa Francesco".

Un gesuita pontefice, fino a qualche tempo fa, costituiva un'ipotesi quasi impensabile. Poi la storia ha risposto a modo suo. Alcune correnti teologico-progressiste, in specie negli Stati Uniti, cavalcano da qualche decade istanze che preoccupano gli oltranzisi della dottrina. Si pensi, per esempio, al caso del gesuita e consultore della segreteria per la Comunicazione James Martin, che è a favore della "pastorale Lgbt" e della costruzione di un "ponte" tra Chiesa cattolica ed Lgbt. E questo è solo uno degli esempi che possono essere presentati. Vale la pena ricordare come anche Giovanni Paolo II abbia optato per un commissariamento. La storia ecclesiastica è densa di episodi complessi che riguardano il rapporto tra Roma e l'ordine fondato da Sant'Ignazio da Loyola. Lo sviluppo della teologia della liberazione e l'adesione a certe prerogative sessantottine costituiscono solo due dei punti che i conservatori hanno spesso sollevato in relazione alla dialettica tra la dottrina promossa dai gesuiti e il Depositum Fidei tutelato dal papato.

Non bisogna stupirsi molto, dunque, di come anche il cardinal Tarcisio Bertone, che durante il pontificato di Ratzinger era incaricato come segretario di Stato, avesse immaginato un provvedimento simile a quello del pontefice polacco. Il retroscena è approfondibile pure su Dagospia, che ha ripreso un articolo pubblicato su IlMessaggero. In un virgolettato del testo di La Bella si legge quanto segue: "Sulla base di queste valutazioni la Segreteria di Stato decide, con una procedura inedita e canonicamente anomala, di suggerire a Kolvenbach, al fine di garantire ‘una più fruttuosa celebrazione’ della prossima Congregazione Generale, di coinvolgere nella sua preparazione ‘il cardinale Jorge Mario Bergoglio, S.I., Arcivescovo di Buenos Aires, segnalandogli quanto sopra, chiedendogli il suo autorevole parere in proposito". L'olandese padre Kolvenbach era, ai tempi, il preposito generale destinato ad essere succeduto. Jorge Mario Bergoglio, stando alla ricostruzione, è stato ventilato quale possibile nuovo vertice della Compagnia di Gesù, ma l'uomo che sarebbe divenuto pontefice si è opposto a qualsivoglia ipotesi di ulteriore commissariamento.

L'ex arcivescovo di Buenos Aires era dunque contrario ad un nuovo intervento a gamba tesa sulla Compagnia proveniente dalla Santa Sede. La versione è stata confermata da Adolfo Nicolas, che avrebbe poi effettivamente preso il posto di padre Kolvenbach. Su Aska News, per esempio, si ripercorre di come Nicolas abbia narrato "confidenzialmente’ a una sessantina di gesuiti come, nel suo primo incontro con papa Francesco, quesgli gli disse di essersi tenacemente opposto all’ipotsi di un nuovo commissariamento della Compagnia di Gesù, che a Roma, in quel momento, tanti volevano".

Una curiosità: nel 2008, in funzione della trentacinquesima Congregazione generale della Compagnia di Gesù, Joseph Ratzinger ha invitato i gesuiti a "a promuovere la vera e sana dottrina cattolica". Ma non solo.

Benedetto XVI ha anche domandato all'Ordine di Bergoglio di ribadire "la propria totale adesione alla dottrina cattolica, in particolare su punti nevralgici oggi fortemente attaccati dalla cultura secolare, come, ad esempio, il rapporto fra Cristo e le religioni, taluni aspetti della teologia della liberazione e vari punti della morale sessuale, soprattutto per quel che riguarda l'indissolubilità del matrimonio e la pastorale delle persone omosessuali".

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