Cronache

Ventimiglia, adescava giovani migranti: condannato per prostituzione minorile

Un foggiano di 57 anni è stato condannato a 2 anni e 8 mesi per prostituzione minorile: adescava giovani migranti a Ventimiglia e poi li costringeva a prestazioni sessuali

Ventimiglia, adescava giovani migranti: condannato per prostituzione minorile

Ventimiglia - Adescava giovani migranti fuori dalla sede della Croce Rossa, di Ventimiglia, in provincia di Imperia, promettendo loro un po' di soldini, in cambio di qualche lavoretto in casa.

Una volta giunti a destinazione, però, li chiudeva a chiave in soffitta, strappando loro prestazioni sessuali, al modico prezzo di una manciata di caramelle, qualche bibita e, quando andava bene, una quindicina di euro. Luigi Caione, 57 anni, cuoco originario di Foggia, è stato così condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione con l'accusa di prostituzione minorile.

Il processo si è svolto davanti al gup del tribunale di Genova, Cinzia Perroni, nelle forme del rito abbreviato, col pm che aveva chiesto 2 anni e 2 mesi. I fatti risalgono al mese di gennaio di quest'anno e i tre casi accertati riguardano due pachistani e un albanese tutti minorenni all'epoca dei fatti.

Caione venne arrestato, nel febbraio scorso, dagli agenti del commissariato di Ventimiglia, dopo aver ricevuto la segnalazione di un uomo che, apparentemente senza motivo, si aggirava spesso nei pressi della sede della Croce Rossa di via Dante, frequentata da stranieri.

Malgrado nel corso delle indagini sia emerso che il cuoco chiudesse a chiave i ragazzi, il giudice non ha considerato la violenza sessuale o il sequestro di persona, in quanto data la differente stazza tra lui e gli stranieri (difesi dall'avvocato Ersilia Ferrante), quest'ultimo avrebbero comunque potuto uscire senza troppe difficoltà da quella stanza.

Le indagini

I poliziotti hanno appurato che i ragazzini accettavano di prostituirsi per racimolare pochi euro con cui vivere in città: acquistare qualcosa da mangiare, una scheda telefonica o poco altro ancora. Non è, infatti, risultato che con quei soldi si pagassero l'espatrio clandestino. A detta degli investigatori, infatti, il compenso era troppo basso.

L'arresto è stato preceduto da un blitz nell'abitazione dell'uomo, dove gli agenti hanno scoperto tutto il necessario per i rapporti. C'erano fazzolettini di carta, preservativi e altro. Al momento del blitz nella soffitta-alcova di via Cabagni Baccini, a Ventimiglia, l'uomo è stato trovato in compagnia di algerino di 22 anni, poi, risultato ospite del centro di accoglienza profughi di Ventimiglia.

I poliziotti hanno scoperto che il nordafricano poco prima adescato era stato pagato con 15 euro e una birra. Gli agenti hanno anche appurato che un minorenne albanese aveva ripetutamente ceduto alle sue avance, in cambio di compensi inferiori ai venti euro.

L'albanese ha riferito agli investigatori di avere conosciuto l'ex cuoco, prima delle feste trascorse festività natalizie e di aver ricevuto, oltre alle somme di denaro, regali come scarpe, vestiti e bracciali.

Ha, quindi, raccontato, di sentirsi intimorito per le sue attenzioni ossessive e l'insistenza e la frequenza con la quale chiedeva di ottenere prestazioni sessuali.

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