Cronache

VERDE È il tema di quest'anno: crescita del 235% negli ultimi 11 anni

Dieci miliardi di euro. È il fatturato annuo del settore vitivinicolo, che da domani a mercoledì celebra a Verona i suoi periodici stati generali, il Vinitaly edizione 49. Mezzo secolo meno un anno per la fiera punto di riferimento di un comparto che ha accresciuto nei decenni la sua importanza non solo come business ma anche come simbolo dell'italian lifestyle.

I numeri Quelli del mondo del vino italiano, che conta 380mila aziende (il 23 per cento del totale delle imprese agricole), produce 40 milioni di ettolitri (dato 2014, con un calo del 17 per cento rispetto al 2013) su 665mila ettari vitati, dei quali il 48 per cento a Docg e Doc e il 27 per cento a Igt, fattura tra i 10 e i 12 miliardi di euro dei quali oltre la metà (il 51 per cento) arriva dall'export, voce che ha letteralmente tenuto in piedi il comparto negli ultimi anni di crisi del mercato interno.

Ottimismo Il Vinitaly si apre in un clima di moderato ottimismo per il comparto. «Globalmente - spiega Piero Antinori, presidente dell'Istituo del vino grandi marchi - da qui al 2018 i consumi di vino sono in aumento, anche se in misura limitata. Il segno è comunque in positivo su scala planetaria, e in prospettiva si va verso l'equilibrio tra domanda e offerta. Una novità che dona un respiro di sollievo ai produttori, afflitti da anni da eccedenze in cantina».

I magnifici 103 L'anteprima del Vinitaly è all'insegna dei grandi vini, le cento(tre) migliori etichette selezionate da Wine Spectator, la bibbia americana del vino, per la quarta edizione di OperaWine, la superdegustazione che si terrà oggi dalle 16 alle 18,30 nel loggiato e nella bouvette dello storico Palazzo della Gran Guardia, nel cuore della città scaligera. Poi domattina l'inaugurazione alla presenza del ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, e dei duellanti leghisti, il sindaco di Verona Flavio Tosi e il presidente del Veneto, Luca Zaia.

A tutto verde Uno dei temi forti del Vinitaly è quello dei vini «bio», la cui crescita negli ultimi undici anni (dal 2002 al 2013) è stata del +235 per cento Europa e +273 per cento nel mondo in base all'analisi Wine Monitor-Nomisma presentata proprio al Vinitaly. Nel mondo il 4,6 per cento della superficie vitata è bio, ma nella Ue l'incidenza sale al 7,6 per cento. L'Italia è il terzo Paese con l'enologia più verde dopo Messico e Austria, con il 9,8 per cento. Tra le aziende più verdi del Vinitaly spicca la toscana Salcheto, che non solo presenta l'Obvius rosso e rosato di sola uva (ovvero totalmente senza solfiti) e il Nobile di Montepulciano dei vigneti bio, ma ha anche uno stand allestito in pochi giorni con materiale di scarto della fiera grazie al talento del land artist Andreco dell'architetto e artigiano Jacopo Sestini, del regista Marco Molinelli, della designer Elisa Cavani e del titolare dell'azienda Michele Manelli. E a proposito di vini naturali, quasi in coincidenza con il Vinitaly a pochi chilometri da Verona, a Cerea, si tiene la dodicesima edizione di ViniVeri 2015-Vini secondo Natura, salone di degustazione di vini e prodotti alimentari ottenuti da processi naturali, da ieri fino a domani. Il tema? «Verso un'etichetta trasparente».

Il brand che crea un'atmosfera Il Vinitaly è sempre occasione per ricerche di ogni genere sul mondo del vino. Curiosa quella di www.winenews.it , uno dei principali siti sul vino, che sulla base dei dati della Camera di Commercio di Monza e Brianza, ha individuato i tre brand del vino italiano più quotati in termini di valore condiviso da tutti gli attori del territorio: Chianti (1,83 miliardi di euro) , Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano (1,15 miliardi) e Montepulciano d'Abruzzo (1,1 miliardi) sono i marchi che valgono di più.

Le bottiglie E poi ci sono le novità, i vini che faranno notizia. Spigoliamo qua e là. Partiamo dall'azienda Antonelli San Marco, che presenta la Malvasia Puntinata che reca per la prima volta in etichetta il nome della doc Roma, sancendo così il ruolo della capitale come primo comune agricolo italiano: in etichetta Roma diventa via via Amor, Mora, Orma e Ramo. Viene da un'altra città inconsueta il Venissa, vino bianco dalla preziosa bottiglia dorata prodotto dalla famiglia Bisol sull'isola di Mazzorbo nella laguna veneziana con il riscoperto vitigno Dorona. Una vera chicca. Sempre in spolvero il Franciacorta, da poco nominato unico vino ufficiale dell'Expo di Milano: tra le anteprima veronesi l'annata 2010 dell'Ebb del Mosnel e il Millè di Muratori, un millesimato che però si rivolge a un pubblico giovane e glamour. La Puglia da qualche anno è una delle regioni protagoniste della kermesse veronese: tra le tante etichette suggeriamo il Papale Linea Oro di Varvaglione, un Primitivo di Manduria di potenza sfrenata. Tra i bianchi invece da qualche anno spopola il Fiano di Avellino: tra le tante interpretazioni suggeriamo quella di Di Meo. E a proposito dell'Irpinia, ha affidato a tre grandi chef (Francesco Apreda, Pino Cuttaia e Renzo Dal Farra) l'interpretazione di una serie di piatti da abbinare a Fiano, Greco di Tufo e Taurasi.

Solo uno dei tanti esempi di come il Vinitaly sia sempre più attento anche agli abbinamenti con il cibo.

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