Cronache

Quel vescovo di Ferrara ringraziato dall'Arcigay

Monsignor Perego, arcivescovo della diocesi di Ferrara, è stato ringraziato dall'Arcigay della stessa città. Il motivo? Aver in qualche modo partecipato a una mostra fotografica sui migranti Lgbti. Sono arrivate puntuali le critiche dei "tradizionalisti".

Quel vescovo di Ferrara ringraziato dall'Arcigay

L'Arcigay di Ferrara ha ringraziato il vescovo della diocesi della stessa città. Non in privato, ma con un post pubblico diffuso su Facebook: "Da sempre attento al tema dei migranti, rappresentate di una Chiesa che sa accogliere e non discriminare. Ringraziamo l'arcivescovo Gian Carlo Perego per la sensibilità e la disponibilità dimostrataci. NOIdentity prosegue il suo percorso itinerante per i luoghi della Cultura della nostra bella Ferrara. #arcigayferrara #NOIdentity". Monsignor Gian Carlo Perego è stato fotografato al fianco dell'associazione Lgbti. Basterebbero queste poche informazioni per immaginare quale tipo di polemica ne sia scaturita.

La vicenda è stata raccontata nei dettagli da Il Timone. Il circolo ferrarese, quello già menzionato, ha organizzato una mostra fotografica, all'interno di un progetto più vasto, che riguarda atti persecutori che i migranti Lgbti sarebbero costretti a subire. E l'arcivescovo che ha preso il posto di monsignor Negri, che è un ecclesiastico conservatore e considerato dai più come un baluardo del cosiddetto "tradizionalismo", ha deciso in qualche modo di prendere parte all'iniziativa. Monsignor Perego, come avevamo già segnalato, non è un esponente qualsiasi dell'episcopato italiano: è il direttore della fondazione Migrantes. Per questa ragione, all'epoca dell cambio della guardia, qualcuno aveva paventato l'ipotesi che Negri fosse stato sostituito simbolicamente da un uomo molto più vicino alla linea della Cei in materia di gestione dei fenomeni migratori e di rapporti con la religione musulmana. Quella di mons. Nunzio Galantino, che sta per salutare il suo incarico da segretario generale, dopo l'importante promozione all'Aspa, cioè all'ente del Vaticano che si occupa della gestione del patrimonio della Sede apostolica.

Mentre scriviamo si sta svolgendo l'assemblea della Conferenza episcopale italiana. In breve tempo, salvo imprevisti, dovrebbe venire fuori il nome del successore di Galantino. Per ora ci sono solo indiscrezioni non confermate. Per la ratifica ufficiale del nuovo numero due dei vescovi italiani, in ogni caso, bisognerà attendere il ritorno del pontefice dalla visita pastorale in Lituania.

Le domande inoltrate dal giornalista Giuliano Guzzo sulla rivista citata riguardano anche l'opportunità che un uomo di Chiesa scenda "in piazza" con "con gli esponenti di un movimento dagli ideali non distinti o distanti, ma proprio antitetici e oltretutto in lotta perenne con quella legge morale naturale di cui Santa Romana Chiesa è bimillenaria custode...". L'Arcigay, insomma, rappresenterebbe istanze molto distanti da quelle che le istituzioni ecclesiastiche sarebbero chiamate a promuovere e a difendere. Di migranti e persone Lgbt, intanto, si è parlato anche all'Università di Verona. Anche quel convegno è stato preceduto da una serie di polemiche, ma in quella circostanza non è stata notata la presenza di un ecclesiastico.

Basta dare un occhio ai social, invece, per rendersi conto di come la partecipazione di Perego abbia suscitato le consuete critiche del "mondo tradizionalista", che non è per niente felice, per usare un eufemismo, di vedere un vescovo italiano immortalato al fianco di esponenti dell'Arcigay.

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