Cronache

Il vescovo sta con Salvini: "Fermezza contro la cannabis light"

Il vescovo di Macerata, pur non volendo strumentalizzare politicamente questa presa di posizione, ha chiesto, come Salvini, "fermezza" sulla cannabis light

Il vescovo sta con Salvini: "Fermezza contro la cannabis light"

Non tutti i vescovi criticano l'azione del ministro dell'Interno. Matteo Salvini, almeno rispetto alla sua battaglia per la chiusura dei negozi di cannabis light, può contare su un nuovo sostenitore o almeno su un ecclesiastico che condivide quella specifica istanza.

Monsignor Nazzareno Marconi ha infatti inoltrato una lettera al questore che opera nella diocesi in cui il presule è incaricato, quella di Macerata, domandando "fermezza" nel contrastare questo genere di attività. La Chiesa cattolica ha sempre avuto le idee chiare sulla droga e sulle dipendenze. L'intervento del vescovo, però, ripristina una priorità che sembrava essere stata messa da parte, da un punto di vista mediatico, per lasciare spazio ad altre: accoglienza dei migranti su tutte.

Il leader del Carroccio, come ricorderete, ha tuonato contro la cannabis libera. La dialettica con il MoVimento 5 Stelle non è semplice. I grillini sembrano promuovere una visione del mondo opposta. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è intervenuto a spegnere un incendio annunciato, sottolineando come il contratto di governo non disponga sulla materia. Ma è possibile che la maggioranza, com'è accaduto per la bioetica, anch'essa assente nel contratto di governo, se ne debba occupare ancora. Monsignor Marconi non vuole essere "di parte". Lo ha dichiarato egli stesso, come si legge su Cronache Maceratesi. Tuttavia è difficile non far notare come questa presa di posizione sia arrivata poco dopo l'emersione della volontà di Salvini, che è tesa a chiudere i negozi di cannabis light. L'uomo di Chiesa, nell'elencare le motivazioni che dovrebbero consigliare "fermezza" - appunto - nei confronti della droga, a qualsiasi tipologia questa appartenga, ha richiamato il pensiero di papa Francesco.

Il Santo Padre non ha mai fatto distinzione tra droghe pesanti e droghe leggere e si è anzi augurato che i giovani non assecondino quelli che ha spesso definito "trafficanti di morte".

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