Referendum Costituzionale

Il voto della Banda Bassotti

Trucchi all'estero, ricatti, ritorsioni e promesse: per il Sì Renzi è pronto a tutto

Il voto della Banda Bassotti

Doveva essere il Partito della Nazione, si sta rivelando una Banda Bassotti. C'è chi trucca le schede elettorali dei cittadini all'estero, chi minaccia, ricatta e impaurisce le grandi aziende per schierarsi a favore del «Sì» e chi, come il presidente campano De Luca, innesca coi sindaci un colossale voto di scambio, cioè soldi pubblici e favori politici per portare a casa migliaia di consensi. Il sogno renziano di una nuova politica, bella e pulita, si infrange su un referendum nato amico ma che, strada facendo, si è rivoltato contro il padre. I sondaggi che danno vincente il «No» non virano, anzi, si consolidano e Renzi perde la testa. È come se girasse armato e puntasse la pistola contro chiunque incontrasse. Raccontano che con i suoi passa da momenti di supplica per spronarli a fare il miracolo ad altri di pura isteria nei quali prefigura scenari da fine del mondo. È a metà tra l'Hitler delle ultime ore nel bunker e la Hillary Clinton della notte elettorale. In poche parole: ridicolo e patetico.

Patetico perché è vittima solo di se stesso, della sua megalomania, del suo egocentrismo, del suo pensarsi furbo più della volpe. Ma chi glielo ha fatto fare di trasformare quella stupida riforma del Senato in un campo di battaglia dal quale solo uno, ovviamente lui, doveva uscire vivo? Non fidatevi di quello che leggerete e vedrete nelle prossime ore. Se ha minacciato e intimorito Mediaset perché non immaginare, con ragionevole certezza, che abbia fatto altrettanto con i proprietari di altri gruppi editoriali, con le associazioni di categoria, persino con quel Sergio Marchionne che oggi si offrirà a sfilare con lui davanti alle telecamere per l'ennesimo spot elettorale in quel di Cassino, sede di uno stabilimento Fiat?

Quella che Renzi ha messo in piedi è la più grande macchina di voto di scambio dai tempi d'oro della Dc e del Pci, affiancata dalla più grande occupazione della tv pubblica di sempre. Nelle ultime ore sarà un crescendo di terrorismo politico e mediatico, di violenza contro il fronte del «No». È questo il momento di ricordarsi che siamo persone libere, è il momento di non farsi intimorire. Da oggi troverete in edicola insieme al Giornale un agile libro per capire di che stiamo parlando e perché conviene votare «No» senza paura del dopo.

Un decalogo anti Banda Bassotti.

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