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Crotone, soldi pubblici per la centrale a turbogas: Pecoraro tra gli indagati

Associazione a delinquere, falso, concussione, riciclaggio e abuso d'ufficio: le accuse della procura di Crotone. Sedici persone coinvolte. Tra loro l'ex sottosegretario Galati (Pdl) e l'ex governatore Chiaravalloti

Crotone, soldi pubblici 
per la centrale a turbogas: 
Pecoraro tra gli indagati

Crotone - Sedici indagati per lo scandalo dei finanziamenti pubblici alla centrale a turbogas di Scandale. Tra loro anche l'ex ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. I carabinieri della compagnia di Crotone in collaborazione con i militari della guardia di finanza stanno notificando da questa mattina 16 avvisi di garanzia tra Crotone, Catanzaro, Reggio Calabria e Roma nell’ambito di un’indagine condotta dal sostituto procuratore della Repubblica Pierpaolo Bruni sui finanziamenti pubblici che sono stati erogati per la realizzazione di una centrale per la produzione di energia elettrica a turbogas nel Crotonese.

Tutti gli indagati Tra i destinatari degli avvisi di garanzia insieme all’ex ministro all’Ambiente ci sono il parlamentare del Pdl Pino Galati, ex sottosegretario alle attività produttive, l’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, l’ex assessore regionale all’Ambiente, Diego Tommasi, funzionari dello stesso ente e vari imprenditori. Tra gli indagati anche un magistrato in servizo al Tar della Calabria. Le accuse ipotizzate a vario titolo sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alla concussione, al falso, al riciclaggio di denaro, all’abuso d’ufficio fino alla violazione della legge Anselmi sulle associazioni segrete.

Il sistema Nell’avviso di garanzia per l’inchiesta sulla realizzazione di centrali elettriche a turbogas a Scandale, nel crotonese, e a Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, si fa riferimento a "un articolato sistema di collusioni fraudolente tra politici locali e nazionali, alti funzionari appartenenti a diverse pubbliche amministrazioni e imprenditori di primissimo piano aventi ramificazioni anche all’estero, tutti protesi alla creazione di un sistema mirato a controllare e filtrare - anche con condotte concussive - l’accesso a finanziamenti pubblici e all’ottenimento di autorizzazioni di tipo propedeutico e/o finali (di carattere regionale e statale) nel settore dell’energia. Nello specifico, - si legge ancora - l’attività posta in essere dai soggetti aventi ruoli istituzionali era mirata a favorire solo taluni imprenditori al conseguimento di autorizzazioni alla realizzazione ed all’esercizio di centrali elettriche in Calabria nonchè all’accesso alla contrattazione programmata, (nello specifico avente ad oggetto la realizzazione di una filiera energetica in Scandale (Kr), realizzando, in tal modo, provviste di denaro oggetto di spartizione tra gli indagati attraverso la gestione di società offshore, senza tralasciare la distrazione delle somme di danaro anticipate dal Ministero competente per la realizzazione della filiera energetica; le attività così strutturate creavano conseguente pregiudizio non solo all’economia locale (in quanto talune iniziative come quella perseguita dal Consorzio Eurosviluppo Scarl venivano abbandonate) ma soprattutto per il mancato perseguimento degli obbiettivi occupazionali".

Legge Anselmi L’ex governatore Chiaravalloti e il giudice del Tar Giovanni Iannini sono indagati per violazione della legge Anselmi sulle logge massoniche nell’ambito dell’indagine sulle centrali elettriche di Scandale e Rizziconi. Chiaravalloti e Iannini, secondo l’accusa, avrebbero "partecipato a loggia massonica la cui finalità occulta è quella di porre in essere condotte dirette a interferire sull’esercizio delle pubbliche amministrazioni anche giudiziarie". Interferenza che sarebbe stata posta in essere, in particolare dal giudice Iannini, indagato per abuso d’ufficio dal momento che in due udienze del Tar Calabria del gennaio 2006 e del maggio 2007 "assumendo la presidenza del Collegio e deliberando la sentenza" veniva "dichiarata inammissibile l’impugnazione degli atti relativi all’autorizzazione della centrale di Scandale rilasciata in favore della Eurosviluppo Elettrica"; inoltre veniva rigettato "il ricorso presentato da Crotone Power contro il decreto di autorizzazione alla realizzazione della centrale di Eurosviluppo Elettrica e dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Calabria Energia contro Edison per la centrale di Pianopoli". Così facendo Iannini avrebbe "arrecato un danno ingiusto alle società Crotone Power Development e Calabria Energia al fine di procurare un ingiusto vantaggio alle società Rizziconi Energia e Eurosviluppo Elettrica, quest’ultima in maniera particolare d’interesse, tra gli altri, - si legge negli atti - proprio del presidente Giuseppe Chiaravalloti".

Pecoraro annuncia querele L’ex ministro Pecoraro Scanio, sottolineando di aver "appreso dagli organi di stampa di un’indagine della procura di Crotone", annuncia di aver dato mandato al suo avvocato di presentare «querela per calunnia contro chiunque abbia cercato di accostare il suo nome a fatti rispetto ai quali è totalmente estraneo".

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