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Cudini ha beffato anche tutto il paese

Il suo gol pesante ha gelato gli amici che tifano Diavolo

Andrea Ferretti

da Ascoli

Fino allo scorso anno non aveva mai segnato un gol, nonostante una lunga carriera spesa soprattutto in serie B e C1. Poi, la scorsa stagione, due reti di quelle pesanti: a Bergamo con l'Albinoleffe e a Catanzaro. Ma, siccome non c'è due senza tre, ecco che ieri Mirko Cudini si è tolto l'enorme soddisfazione di segnare la rete del vantaggio al Milan. Un gol che per 6' ha illuso l'Ascoli, ma che alla fine è costato caro ai rossoneri, autori del primo passo falso della giornata. Cudini di mestiere fa il difensore, non è più giovanissimo visto che tra qualche giorno (il 1° settembre) compirà 32 anni, ed è nato (e vive) a Porto Sant'Elpidio, appena 60 chilometri da Ascoli. Il paese di 25mila abitanti dove ha mosso i primi passi da calciatore. Poi una carriera spesa in C1 (4 anni alla Sambenedettese ed uno ad Avellino) e B (11 campionati tra Salernitana, Torino, Cagliari, Genoa e Ascoli). La massima serie l'ha invece conosciuta solo di passaggio: appena 6 presenze con la maglia del Toro nel 1999-2000. All'Ascoli giunse lo scorso anno proveniente dal Genoa. Divenne subito il perno della difesa e vice capitano di una squadra che a fine stagione avrebbe chiuso al 6° posto, prima del ripescaggio. Ieri allo stadio c'erano tanti suoi amici, giunti proprio da P.S. Elpidio. «Che bel dispetto gli ho fatto - dice Cudini, raggiante a fine partita - visto che sono tutti tifosi del Milan. A parte gli scherzi, dedico questo gol a mio padre Elio scomparso dieci anni fa». Considerata la vicinanza, Cudini fa il pendolare. «Un plauso - spiega il difensore - va rivolto anche agli altri compagni del vecchio gruppo, perché vuol dire che la serie A non ci è poi del tutto piovuta dal cielo».
Cudini ci racconta il gol che ha fatto sognare i tifosi di casa. «La punizione di Foggia è stata corretta di testa da Quagliarella, Dida ha respinto come ha potuto ed è rimasto a terra.

Io ero lì ed ho calciato di piatto destro».

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