Cultura e Spettacoli

Cultura europea online, la Francia accelera mentre l'Italia è al palo

Avanza a passo spedito «Europeana», la
biblioteca digitale voluta dalla Commissione Ue
Ma solo per l'impegno di alcuni Paesi fra i quali
non c'è il nostro, che ha contribuito al sistema
solo per l'1,2%, contro il 47% dei transalpini,
il 15,4% della Germania e l'8% dell'Olanda

Va avanti a passo spedito Europeana, la grande biblioteca digitale nata per impulso della Commissione dell'Unione europea. Il progetto procede soprattutto grazie al contributo di Paesi come la Francia, che ha immesso sul sito il 47% dei 4,6 milioni di libri, mappe, fotografie, filmati e giornali disponibili, la Germania, che ha apportato il 15,4%, e come Olanda e Gran Bretagna, entrambe intorno all'8%. Mentre spicca per la sua modestia, soprattutto se paragonato al gigantesco patrimonio culturale, l'apporto dell'Italia, che a fine luglio aveva contribuito solo con l'1,2%.
«Trovo allarmante che solo il 5% di tutti i libri digitalizzati in Europa sia disponibile su Europeana», ha commentato Viviane Reding, commissario per i Media e la Società dell'informazione, osservando come gli sforzi fatti dalla Francia non siano accompagnati da quelli di altri Paesi, che continuano a fare «drammaticamente poco».
Con il suo progetto «erculeo» Bruxelles punta a 10 milioni di documenti entro il 2010. «Non volevamo creare un'alternativa a Google Books, ma svolgere la nostra funzione pubblica, digitalizzando il patrimonio culturale europeo per evitarne la perdita, un rischio tutt'altro che teorico se pensiamo a episodi come il crollo del grande archivio di Colonia», ha spiegato un funzionario europeo. «Il progetto è però molto costoso e per questo abbiamo fatto appello anche al settore privato», ha aggiunto la fonte, spiegando che accordi come quelli dell'Italia con Google sono molto utili a questo fine. «L'importante è che i testi vengano digitalizzati, e noi speriamo che quello che è accessibile con Google Books lo sarà anche su Europeana», ha aggiunto la fonte, ribadendo l'esortazione a rispettare i diritti d'autore, tema su cui alcuni Stati membri come Francia e Germania hanno espresso grandi perplessità.
Nonostante i problemi tecnici iniziali - il sito è stato a lungo bloccato perché i 12 tecnici che lo gestiscono all'Aia non hanno retto la pressione dei 10 milioni di accessi all'ora dei primi giorni - Europeana è ora perfettamente funzionante. «I testi di Shakespeare li ha messi la Francia, se gli ungheresi o i greci saranno più rapidi, potranno essere loro a digitalizzare Cervantes o Dante, non si segue una logica nazionale», ha spiegato il funzionario, sottolineando che digitalizzare tanti milioni di pagine è un impegno laborioso. Un compito che la Slovenia ha assegnato a una sorta di robot, al quale però difficilmente si potrebbero affidare incunaboli o testi rari. Tra le ultime opere incluse ci sono un'edizione del 1572 delle «Luisiadi» di Luis de Camoens, il poema nazionale portoghese, e delle immagini della Friedrichstrasse a Berlino nel 1913.
Ma per diventare una vera biblioteca universale online, Europeana deve superare un grande ostacolo, che è quello dei diritti d'autore. Finora, infatti, sul sito sono presenti solo opere di pubblico dominio, non più protette dal copyright, che scade 70 anni dopo la morte dell'autore. Per ragioni legali, quindi, Europeana non comprende né opere fuori stampa, che rappresentano il 90% del patrimonio delle biblioteche nazionali, né opere «orfane», ossia di cui non si conosce l'autore. Inoltre le norme sul diritto d'autore sono molto diverse da Paese a Paese, come mostra l'esempio di alcune fotografie francesi che sono state ritirate dal sito perché non potevano essere diffuse al di fuori del territorio francese.

«Reding vorrebbe che questo problema fosse risolto nel suo prossimo, probabile nuovo mandato come commissario», ha spiegato una fonte.
Nel frattempo, per fare di Europeana un concorrente il più possibile temibile in quella che definisce una «salutare corsa alla digitalizzazione», la Commissione ha lanciato una consultazione pubblica, chiedendo alle parti interessate di rispondere entro il 15 novembre alla seguenti domande: come assicurare che il materiale possa essere reso disponibile in tutta Europa? Come finanziare Europeana? È una buona idea quella di creare un registro delle opere fuori stampa e orfane?

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