Cultura e Spettacoli

Addio a Royle, il vero eroe della «Grande fuga»

È morto a 101 anni, a Perth in Australia, Paul Royle, il protagonista di una delle vicende più avventurose della Seconda guerra mondiale. Era infatti uno degli ultimi due sopravvissuti alla famosa fuga da un campo di prigionia nazista, nota come «The Great Escape» e immortalata nell'omonimo film del 1963 con Steve McQueen. La storia vera, che Hollywood romanzò e americanizzò ampiamente, aveva, anche nella sua versione più realistica e succinta, un che di incredibile. Settantasei aviatori anglo australiani riuscirono, con un incredibile lavoro di scavo, a fuggire dal campo polacco Stalag Luft III, in una fredda notte di marzo del 1944. Con strumenti rudimentali erano riusciti a tracciare un tunnel profondo 10 metri e lungo 110 sotto il campo. Tre dei piloti alleati si dileguarono. Gli altri furono presto ricatturati data l'impossibilità di nascondersi. E 50 furono fucilati su ordine diretto di Hitler.

L'allora tenente della Raf Paul Royle fu uno degli scampati all'esecuzione. Ricondotto in prigionia, vi restò con il pilota e scrittore australiano Paul Brickhill, il cui libro The Great Escape rese famosa la vicenda. Royle venne intervistato l'anno scorso nel 70/mo anniversario della fuga. Aveva ricordi precisissimi di quell'evento. Soprattutto di quando era emerso dal claustrofobico tunnel, libero dai tedeschi ma ancora prigioniero di un gelido inverno polacco. «Fu una sensazione incredibile. Tutto quello che vedevamo erano grandi mucchi di neve e pini. C'era neve dappertutto e faceva un gran freddo». Emerso dal cunicolo Royle attese un compagno e poi via. I due camminarono tutta la notte prima di trovare un posto per nascondersi. La libertà durò poco, furono catturati in due giorni, mentre cercavano rifugio in un villaggio. Quanto al film sulla vicenda, a Royle l'interpretazione hollywoodiana non piaceva: «perché non c'erano motociclette, e gli americani non c'erano affatto tra i fuggitivi». Faceva ovviamente riferimento alla scena più famosa della pellicola: il rocambolesco tentativo di McQueen di sfuggire ai soldati della wehrmacht inforcando una improbabile Triumph 650 del '61, cammuffata da BMW anni '40.

Ora L'unico sopravvissuto vivente è il 94enne britannico Dick Churchill.

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