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Adesso i poeti inglesi si sfidano a colpi bassi e lettere minatorie

Il premio Nobel Derek Walcott, candidato alla cattedra di Poesia dell'università di Oxford, è bersaglio di lettere anonime che lo accusano di molestie sessuali ai danni di una giovane studentessa americana

Adesso i poeti inglesi si sfidano a colpi bassi e lettere minatorie

Anche il più prestigioso scranno universitario oxoniano può essere conquistato a forza di mezzucci e colpi bassi. Questa almeno è l'opinione di un personaggio - per il momento anonimo - che ha messo in atto una sua personale, insolita e tutt'altro che diplomatica, campagna promozionale affinché la celebre cattedra di poesia che l'università di Oxford ha istituito nel lontano 1708 non venga conquistata non da un poetastro di second'ordine (magari pure lottizzato) ma nientemeno che da uno degli ultimi premi Nobel in lingua inglese: il caraibico Derek Walcott.
Per la stampa britannica, che ha messo avidamente le mani su questa storia di piccole beghe e grandi invidie accademiche, si tratta di una campagna diffamatoria bella e buona. A colpi di lettere anonime, come nella migliore tradizione letteraria, per giunta. L'obiettivo non è nemmeno occulto. Al contrario. Chi ha spedito a un centinaio di accademici di Oxfordo il cosiddetto «dossier Walcott» lo ha fatto con il preciso scopo di farlo escluderlo dalla corsa alla prestigiosissima cattedra (anche se il compenso per il cattedratico è poco più che simbolico: 6.091 sterline, pari a circa 5mila euro l'anno). Una corsa alla quale partecipano, oltre all'autore di Omeros e Il levriero di Teipolo (pubblicati in Italia da Adelphi), anche la poetessa britannica Ruth Padel e l'indiano Arvind Krishna Mehrotra.
Questa missiva anonima contiene documenti che evidenzierebbero un caso di presunte molestie sessuali compiute 27 anni fa da Walcott ai danni di una studentessa della Harvard University. Una macchia, a dire dell'anonimo fustigatore dei costumi sessuali di Walcott, che mal si accorda con la promozione a titolare della cattedra di poesia.
Il poeta e scrittore caraibico Derek Walcott, 79 anni, laureato con il Nobel nel 1992, è tra l'altro il candidato favorito per questa competizione che raggiungerà proprio sabato prossimo il suo momento clou con l'elezione finale da parte del collegio degli accademici oxoniani.
All'interno delle buste spedite agli «elettori» c'erano anche fotocopie di un libro a tiratura limitata che descrive una presunta accusa di molestie sessuali rivelata da una studentessa nel 1982 contro Walcott, che al termine di una lezione ad Harvard si sarebbe sentita offesa da pesanti avance con esplicite allusioni sessuali. Le fotocopie sono tratte dal libro «The lecherous professor: sexual harassment on campus» di Billie Wright Dziech e Linda Weiner, che riferisce anche del cattivo voto che sarebbe stato inflitto da Walcott alla studentessa dopo il suo rifiuto a sottostare all'assalto sessuale.
La più diretta rivale di Walcott, la poetessa Ruth Padel, chiamata in causa dalla stampa inglese come una delle artefici della campagna diffamatoria contro il Nobel, si difende così: «Non ho niente a che fare con questa faccenda. Amo la poesia di Walcott, ho scritto articoli di critica sui suoi lavori ed ho imparato molto dalla sua poesia».
La «caccia» al nuovo professore di poesia è cominciata ad Oxford alla fine dello scorso gennaio. La celebre università inglese ha bandito infatti in quel mese il concorso per il nuovo incarico, in considerazione dell'imminente scadenza del mandato quinquennale del professore Christopher Ricks, poeta e critico letterario conosciuto per i suoi lavori sui testi delle canzoni di Bob Dylan. Il titolare della cattedra, pur potendo contare su uno dei ruoli più prestigiosi all'interno dell'ateneo di Oxford.
La cattedra di poesia di Oxford fu istituita nel 1708, con l'obiettivo di far approfondire ai giovani studenti la lettura dei poeti antichi e al tempo stesso coltivare in loro l'amore per la poesia. Personaggi celebri della storia letteraria sono stati professori di poesia nell'ateneo, da WH Auden a Seamus Heaney, passando per Robert Graves e AC Bradley. Sally Mapstone, direttrice della Facoltà di Inglese, si augura che i laureati eleggano «un professore che consideri la poesia come un tema centrale della vita culturale moderna», pur tenendo nella debita considerazione i suoi valori e la sua storia.
Nella terra di Albione, insomma, la poesia è ancora capace di gestire un ruolo pubblico tutt'altro che indifferente. Risale al 2 maggio scorso, ad esempio, la notizia della nomina - da parte della regina Elisabetta II - di Carol Ann Duffy al ruolo di «poetessa della regina». Un ruolo molto ambito anche se il più grande autore di versi inglese, Philip Larkin, lo rifiutò nel 1984, lasciando così campo libero a Ted Hughes, già marito di Sylvia Plath.

L'ultimo poeta di Corte è stato Andrew Motion al quale è toccato mettere in versi il centesimo compleanno della Regina madre, la dipartita della stessa, e l'ottantesimo compleanno di Elisabetta II, come pure il ventunesimo del principe William, ricorrendo in questo caso alla spudorata attualità del rap.

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