Cultura e Spettacoli

"Bruno Pizzul. Una voce nazionale"

La biografia del telecronista sportivo scritta da Francesco Pira e Matteo Femia per Lupetti Editore premiata il 24 settembre scorso a Crema con la Targa “Paolo Scorsetti”

"Bruno Pizzul. Una voce nazionale"

Quando il 2 agosto scorso la sua voce tornò nelle case degli italiani lo fece in modo pacato, delicato, quasi a chiedere il permesso. Come sempre. Sembrava di essere proiettati nel passato. Non solo temporale, ma soprattutto emozionale. Perché di emozioni, Bruno Pizzul è stato sempre delicato ambasciatore. Nella telecronaca di Hajduk Spalato-Inter trasmessa su La7 , il giornalista friuliano di 74 anni ha dimostrato di essere più attuale che mai. Ha sospeso il tempo, ha sfoggiato il consueto stile e il frasario di fabbrica che lo ha sempre contraddistinto, ha spogliato il linguaggio calcistico attuale dal cripticismo e dal tecnicismo per vestirlo degli abiti che ha indossato con lui. Asciutto, semplice, coinvolgente ma reverenziale nei confronti del telespettatore.

Bruno Pizzul appartiene a un'era che non esiste più, ma di cui non è andato perso il bisogno. Un'era professionale che annovera mostri sacri come Ameri, Martellini, Ciotti, Bortoluzzi, Provenzali. Adesso l'enfasi, la spettacolarizzazione dei mezzi televisivi, il linguaggio tecnico e ricercato, il ritmo frenetico e la cronaca gridata la fanno da padroni. Rispecchiano i cambiamenti della società attuale. Il che non equivale a sostenere che non abbiano eguale dignità, se non maggior successo del passato. Ma di sicuro non l'hanno sotterrato né sostituito quel passato.

E il ritorno di Pizzul ne è stata la prova più tangibile. Perché l'ex calciatore che ha appeso le scarpe al chiodo per prendere in mano un microfono è l'emblema del calcio pulito, un pezzo di storia del nostro paese, l'icona di un'Italia in fondo conservatrice, affezionata alle tradizioni, ma poi pronta a invocare il cambiamento rimanendo ancorata al passato.

Bruno Pizzul è stato (è ancora) al contempo latore di emozioni, portabandiera della Nazionale, esportatore di sobrietà, classe ed eleganza ma anche valvola di sfogo delle frustrazioni italiche, capro espiatorio delle sconfitte nazionali. Lui, nella sua vita, ha semplicemente raccontato, a suo modo, quello che vedeva. Una vita che Francesco Pira e Matteo Femia raccontano in "Bruno Pizzul. Una voce Nazionale" (Fausto Lupetti Editore). Una biografia del telecronista sportivo premiata il 24 settembre scorso a Crema con la Targa “Paolo Scorsetti”, riconoscimento che tutti gli anni viene consegnato per un libro che narra di grandi personaggi del mondo dello sport.

Durante l’evento, organizzato in collaborazione tra Caffé Letterario, Assessorato allo Sport del Comune di Crema e Comitato organizzatore del Trofeo Dossena, è stato lo stesso Bruno Pizzul a ritirare la targa “Paolo Scorsetti” con la seguente motivazione: "Perché nel calcio ci può essere poesia".

E anche solidarietà. Infatti, i diritti d'autore saranno devoluti alla Fondazione Stefano Borgonovo. Sabato 6 ottobre alle ore 10 a Bari verrà presentato il libro alla Sala Conferenze dell'Università degli Studi in Piazza Cesare Battisti. Un evento promosso dalla Federazione Pugliese dei Donatori di Sangue - Fidas durante il quale si parlerà anche di "Etica, sport e informazione".

Un tris di elementi che animano tuttora la vita, non solo professionale, di Bruno Pizzul.

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