Cultura e Spettacoli

Cattelan curatore a Torino. Lo stile? Poco sabaudo

Cattelan curatore a Torino. Lo stile? Poco sabaudo

da Torino

Qui, nella sala settoria dell'Università di Torino, un tempo gli studenti di medicina facevano a pezzi i cadaveri, e così Maurizio Cattelan si deve esser ricordato del suo passato da custode del cimitero e ha scelto questo luogo per il suo clamoroso ritorno. La notizia che tutti attendevano era proprio il nuovo travestimento di Maurizione nostro, «esodato» per propria volontà dal 2011, in veste di curatore: per la prossima Artissima, la fiera d'arte contemporanea torinese in programma al Lingotto dal 6 al 9 novembre, il nuovo Cattelan sbarca sotto la Mole con «Shit and Die» (letteralmente caga e muori) la cui sobrietà dello slogan è in linea più con il suo personaggio che con lo stile savoia.

Dell'impresa si sa poco o nulla, tranne le scarse indicazioni offerte dalla direttrice Sarah Cosulich Canarutto, a conferma di quanto siano inutili le conferenze stampa soprattutto due mesi prima. Ha detto che il titolo è ispirato a un'opera di Bruce Nauman dell'84 e che il progetto raccoglie opere prese dalle più stravaganti collezioni torinesi - il museo Lombroso, Casa Mollino, il museo del Risorgimento - mescolate ad altri lavori realizzati per l'occasione. Insomma una collettivona con cinquanta artisti tra mainstream (Lynda Benglis, Enzo Cucchi, Pascale Martine Thayou) e divagazioni tematiche nell'architettura, nel design e nella stranezza. Tutto questo a Palazzo Cavour per oltre due mesi, fino all'11 gennaio.

Ci hanno anche detto che Cattelan è venuto spesso a Torino negli ultimi mesi e che si è servito dell'aiuto di due giovani curatrici, Myriam Ben Salah e Marta Papini. Quanto ad Artissima sappiamo che si conferma la fiera più internazionale d'Italia, con oltre il 70% di gallerie straniere e una serie di interessanti progetti extra, che vanno da un premio per la performance allo sguardo retrospettivo sugli anni '70 e '80. Una fiera dove non si vende uno sproposito ma che sempre più funziona da catalizzatore per il pubblico amante dell'arte contemporanea. Ci si trova spesso qualcosa di inedito o comunque poco noto. Per decollare ci voleva però il coup de théâtre e così ecco uscire dal cilindro la mostra di Cattelan.

Se sarà bella o una boutade poco importa: l'effetto notizia è già partito e infatti siamo qui a scriverne pur non sapendone niente.

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