Nato nel 1949 a Parigi, Alain Finkielkraut insegna Cultura generale e Storia delle idee al dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’École Polytechnique. È autore di diversi saggi che hanno segnato la riflessione filosofica e storica degli ultimi vent’anni, come Noi, i moderni (Lindau), dove sono raccolte quattro lezioni («Bisogna essere moderni?», «Le due culture», «Pensare il XX secolo», «La questione dei limiti») sulla ragione: sui suoi limiti e la sua fallacia. Tra le sue altre pubblicazioni, segnaliamo Che cos’è la Francia? (Spirali) - meditazione sulla (perduta?) identità francese - e l’intenso L’ingratitudine (Excelsior 1881), dove Finkielkraut ritrae lo smarrimento degli uomini d’oggi che si vogliono affrancati dal passato, lucidi, liberi e aperti, ma che tuttavia si ritrovano la coscienza tormentata da difficoltà, pregiudizi e emarginazione. Per chi volesse approfondire, sono disponibili anche: La sconfitta del pensiero (Nuove idee), Una voce dall’altra riva e Nel nome dell’Altro. Riflessioni sull’antisemitismo che viene (entrambi per Ipermedium Libri).

Lindau ha appena ripubblicato, invece, l’introvabile L’umanità perduta, riflessione sul predominio del risentimento nell’animo del XX secolo.

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