Cultura e Spettacoli

Dagli Ufo a Da Vinci. Ecco perché i misteri ci piacciono sempre

Un saggio di uno dei fondatori del Cicap smonta molti dei miti di chi vede verità segrete nascoste ovunque

Il finto corpo di un alieno ritrovato a Roswell
Il finto corpo di un alieno ritrovato a Roswell

Alla fine, ieri, un sacco di persone sono rimaste deluse. Con un tweet la Cia - O tempora, o mores! ormai tweettano anche gli agenti segreti! - ha confermato quello che gli amanti della razionalità hanno sempre sospettato. Tutti quegli Unidentified Flying Object che comparivano nei cieli degli anni Cinquanta, altro non erano che mezzi spia americani. Erano i famosi U2 che sfrecciavano ad altissima quota (60mila piedi) ben al di sopra dell'altitudine dei normali voli aerei o della quota dei caccia militari dell'epoca. Certo non basterà questa verità ufficiale a far contenti gli ufologi... Diranno che è il solito insabbiamento. Continueranno a spuntare foto di creature col cranio oblungo, o filmati di astronavi che sfrecciano nel cielo. Soprattutto ora, che le tecnologie digitali rendono questo giochetto molto facile. Perché? Ma perché come spiegava John Chadwick, il linguista inglese famoso per aver tradotto il lineare B: «Il desiderio di svelare segreti è profondamente radicato nella natura umana; la promessa di partecipare a conoscenze negate ad altri eccita anche la mente meno curiosa». Insomma mistero è bello, complotto è meglio.

Su questa falsariga, ovvero misteri veri e finti, è illuminante il saggio appena pubblicato da Massimo Polidoro: Rivelazioni. Il libro dei segreti e dei complotti (Piemme, pagg. 360, euro 17). Polidoro, che è giornalista, cofondatore del Cicap, ed è stato docente universitario di Psicologia mette in fila, smontandoli, un bel numero di misteri e di verità segrete. A proposito delle foto di presunti alieni, ad esempio, ricostruisce con dovizia di particolari la genesi di ogni bufala: dalla famoso foto dell'extraterrestre precipitato a Roswell e morto bruciato nel 1948 al caso dei presunti atterraggi Ufo in Ontario degli anni '90. E c'è anche una nota specifica dedicata alla falsa autopsia aliena, realizzato dal produttore cinematografico inglese Ray Santilli, che transitò anche sulla televisione di Stato italiana nel 1995.

Ma non solo omini verdi. Polidoro spiega perché così tanta gente non voglia credere che la propria star preferita sia morta. Così ecco un apposito capitoletto per spiegare l'assurda credenza sul «Programma», la società segreta che farebbe sparire i vip, tipo Elvis e Jim Morrison, che ormai mal sopportano la pressione del mondo dello spettacolo. E in effetti le pagine su Elvis, agente dell'Fbi, e Morrison, che farebbe capolino con nuove poesie, sono davvero spassose. E per un divo che invece di essere morto è vivo, deve per forza esserci un divo che è morto e viene sostituito da un sosia. È tutto nel capitolo intitolato «Il giallo di Paul McCartney». Incredibilmente uno dei miti più coriacei della storia del rock è nato dalla telefonata di uno squinternato qualunque a una radio americana nel 1969. Gli indizi che McCartney in realtà è morto in un incidente d'auto ed è stato sostituito? Sarebbero tutti nelle copertine dei dischi e nei testi delle canzoni. Sembra pazzia. Ma sono stati in moltissimi a credere a questa leggenda urbana.

Poi esistono i misteri risolti, che però vogliamo rimangano appunto «misteriosi». Ad esempio la morte di Tutankhamon che, pur essendo uno dei faraoni meno rilevanti d'Egitto, ha per anni attirato l'interesse del grande pubblico. Come sintetizza Polidoro tutte le teorie sull'assassinio del re bambino sono cadute quando è arrivata la tac. Morì di una banalissima frattura al femore aggravata dalla malaria. Allo stesso modo l'avvelenamento intenzionale con l'arsenico di Napoleone sembra poco probabile. Come ormai risulta abbastanza chiaro che Lee Harvey Oswald a Dallas potrebbe aver fatto tutto da solo. Però appena il mistero è risolto, la sensazione è sempre un po' di tristezza. Come quando ci hanno spiegato che Babbo Natale non esiste.

Polidoro quando può ci ricompensa, per consolazione, con qualche mistero vero come il manoscritto Voynich che nessuno è mai riuscito a tradurre o il senso del Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch. Perché c'è una bella differenza tra un mistero storico-scientifico e teorie strampalate (di cui una delle principali vittime è Leonardo da Vinci, al quale attribuiscono qualsiasi invenzione...). E alla fine del libro c'è anche un breviario per distinguere le une dalle altre.

Certo, potrebbe restare un dubbio: che sia uno spreco un simile sforzo. Si potrebbe lasciare la gente ad annaspare nelle proprie illusioni. Polidoro però lo spiega citando Margherita Hack: la pseudoscienza e le bugie possono generare mostri.

Come i Protocolli dei savi di Sion.

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